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Anno edizione: 2022
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In viaggio tra filosofia e cultura pop alla riscoperta della nostalgia: un antico sentimento che è tornato a paralizzare l’occidente.
«Lucrezia Ercoli dimostra, al riparo delle noioserie accademiche, l’efficacia del discorso filosofico sullo spirito del tempo.» – Domani
Il sentimento nostalgico, di ieri e di oggi, è una trama sottile e complessa che intesse il piano psicologico nelle maglie di quello sociale, un intreccio inscindibile tra identificazione personale e memoria collettiva.
Il passato non è mai stato così presente. La nostalgia ha infettato tutto: dal remake cinematografico al techetechetè televisivo, dal vintage modaiolo al design retrò. Perfino i sapori devono assomigliare a “quelli di una volta”, le merendine confezionate devono ricordare i “bei tempi andati”. Non c’è nuova produzione culturale che non sia un reboot, non c’è nuovo fenomeno che non sia citazione del già detto o omaggio al già visto. La nostalgia, da sempre, è il sentimento dominante della “crisi”. Quando il presente è opaco e il futuro incerto, quando i cambiamenti sono troppo repentini e disorientanti, ci si tuffa nella geometria invariabile della nostalgia che ricostruisce un passato idilliaco, seleziona i ricordi positivi, sfronda i dettagli dolorosi, rinsalda le sicure radici. Il trauma provocato dalla pandemia – un evento catastrofico senza precedenti nella storia recente – sembra aver accelerato la diffusione della sindrome nostalgica a tutti i livelli e a tutte le età. Una vera e propria rimozione collettiva dello shock: mentre il mondo ci mostra che niente sarà mai più come prima, noi ci rifugiamo nel rassicurante ricordo del “come eravamo”. La nostalgia del passato si è trasformata in nostalgia del futuro.
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