Vita sentimentale di un camionista

Cicatrici di strada come tagli inquieti sulla pelle, ruvidi graffi di diario dove una voce inizia ad alleggerire il carico del suo essere fra visi nuovi, frettolose scopate, incontri di un istante, fino a perdere ogni idea d'ordine nel quadro dei suoi giorni. Forse perché "è più facile vivere senza l'obbligo di ricordare le cose del passato". Ma fino a che punto? Triste ballata di un uomo fra i tacchi di un femminile che sa guidare e proteggere, che soffre e che avanza nelle realtà del progresso e che comunque sa incassare meglio quando leggiamo che "a una donna basta basta uno sguardo per distinguere un vincente da un perdente". Storia di un nomade al volante dei suoi istinti, di camere ad ore vissute nello sfogo, confuse fra bevute e menzogne, fughe e lacrime, mentre di mezzo una famiglia salta in aria ormai in preda a un futuro esploso. "Possono piacere delle puttane orribili a volte vecchie come otri di vino, o sporche, ma ci si va sempre perché se ne ha voglia, perché quel giorno si ha voglia della carne di una cicciona o delle rughe di una vecchia". Primo libro della Bartlett in lettura, e continuerò sulla sua autostrada leggendone altri. Mano precisa, suggestiva, reale e poetica insieme a disegnare il lirismo disperato di un uomo forse in cerca di se stesso o forse in rotta con se stesso per non voler sfiorare la crosta delle proprie fratture. Perso fra amori senza uscita e strane gelosie da puro possesso, chissà che non sia l'emblema del maschio moderno ormai uguale a una pedina priva di mosse, destinata ad arenarsi in secche di pensieri egoistici, certo di una forza che invece si rovescia in declino, sotto il manto d'asfalto che divora ogni agenda. L'autrice la chiama "l'ala della realtà", e ha ragione. Ma tutto dentro una simpatia e una tenerezza per quest'uomo che ci raggiungono al primo raccordo e ci seducono con sicura levità letteraria. Bisogna "indignarsi per i finali felici", questa la legge della letteratura. La Bartlett ce la regala interamente.

Pensavo che la Gimenez fosse solo una giallista (che mi piaceva così così) ed invece ho scoperto questo bellissimo, amarissimo romanzo che consiglio a tutti di leggere. Una meraviglia di introspezione psicologica soprattutto nella figura del camionista, becero, macho, dolente, tenero, deluso e deludente. Un film di sentimenti amari, anche per la moglie e l'amica della moglie, chiuse nel loro bozzolo di pochezza e meschinita'. E di Tona, presa fino all'ultimo a calci dalla vita!

Sempre bello lo stile di Giménez-Bartlett. L'accogliente e calda atmosfera della cabina del camion e il sesso occasionale ma frequente costituiscono l'essenza della vita del giovane Rafael. Fino all'incontro con una donna che è, in fondo, come lui. A quel punto, emerge, in tutto il suo squallore, la solitudine di uomo, non più così spavaldo e terribilmente isolato.