La villa dei delitti

La storia in sé merita 5 stelle. A me piacciono le descrizioni dei luoghi, la cura dei personaggi e il filo logico degli avvenimenti. Ma faccio la media con la traduzione: mi ha irritato da morire l'uso del giallo e dei suoi derivati. Ogni faccia, pelle, colorito, spalle, sguardi "erano gialli, ingiallivano, ingialliscono, sono giallastri, ingialliva, giallo... etc"; poi, improvvisamente, nelle ultime 50 pagine il giallo sparisce e diventa grigio: "ingrigiva, grigio, grigiastro...". Davvero una bella parabola: questo romanzo nasce giallo e finisce grigio.

Splendido giallo inglese che rispetta tutti i crismi del genere: prosa elegante e scorrevole, estrema cura dei dettagli e dei dialoghi, suspence e divertimento. Con un imprevedibile e originale colpo di scena finale, secondo la migliore - ormai non così scontata - tradizione.

Sinceramente mi aspettavo di più da questo romanzo dopo aver letto le altre recensioni. La storia è intrigante, ma l'autore è eccessivamente prolisso nelle descrizioni dei personaggi e degli ambienti. E nonostante queste lunghissime e continue descrizioni non riesce a formare nella mente del lettore una immagine precisa. Mi sono anche sforzata di rileggere più volte gli stessi passaggi senza mai capire esattamente come era fatta la casa! La storia scorre lentamente, e la spiegazione finale, per quanto pienamente coerente, arriva all'improvviso, senza che il lettore "partecipi" attivamente alle indagini. E la componente "rosa" rischia spesso di soffocare la componente "gialla" del romanzo. Peccato.