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Gli ultimi. La magnifica storia dei vinti
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Gli ultimi. La magnifica storia dei vinti - Domenico Quirico - copertina
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ultimi. La magnifica storia dei vinti

Descrizione


La Storia ha assegnato ad alcuni personaggi il compito, affascinante, crudele e immane, di liquidare o di scuotere dalle fondamenta costruzioni storiche secolari, possenti ideologie, imperi e regni che avevano quasi assorbito il mondo. Un compito tragico nel senso classico del termine: perché la maggioranza tra gli Ultimi si è caricata sulla schiena questo peso essendone pienamente consapevole. Tutti erano in qualche modo certi che, comunque avessero assolto l'impegno, sarebbero rimasti nella Storia con il marchio degli infami, dei vinti, di notai miserabili di una eredità dilapidata, di traditori di fedi che dovevano essere incrollabili. Non c'è riconoscenza per gli Ultimi che sono sempre dei vinti agli occhi dei posteri. Eppure il Mondo Nuovo, che sorge sulle ceneri del Vecchio, spesso è opera loro. Tanti i casi e le storie esemplari: da Dario, il fragile, umanissimo, disperato rivale di Alessandro, a Gorbaciov, tormentato e malaccorto affossatore dell'Impero rosso di Lenin e di Stalin; da Atahualpa, ultimo inca paralizzato dai presagi della fine a Pu Yi, che nacque imperatore nella città proibita e finì guardia rossa; da Romolo Augustolo, l'imperatore per conto di un padre che non voleva la porpora pur avendo il potere, a Benedetto XVI che scoprì all'improvviso che non si può guarire neppure la chiesa dall'ingiustizia e dalla stupida ferocia degli uomini.
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Dettagli

2013
24 aprile 2013
238 p., Brossura
9788854506176

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vecchioblister
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Sentimenti contrastanti suscita questa antologia di 10 personaggi storici ("buoni a nulla", "mistici", "consapevoli") considerati in un modo o nell'altro gli ultimi e sconfitti rappresentanti di mondi che furono. Perché se l'idea e le intenzioni sono affascinanti e in partenza sensate, mettendo insieme epoche, fatti e uomini (alcuni sconosciuti o dimenticati: qui sta il merito) che nessun libro di storia può legare, la scelta del linguaggio è viceversa assolutamente respingente. Con una prosa aulica e irritantemente elitaria, fra una "algolagnia" e un "epicedio", scegliendo una sintassi pseudo-poetica e saccente, l'autore non riesce né come storico (infatti non lo è), attento più agli umori e ai colori di ciò che narra che agli eventi in sé, né come giornalista (che invece dovrebbe essere), privandoci di una scrittura secca, comprensibile, logica. Quirico si erge a Giudice, fortunato e impudico nel decidere ex post chi ha vinto, chi no, chi ha ragione, chi torto. Non studia solo il concatenarsi dei fatti: affibbia patenti di moralità, adotta in contumacia lo stile inquisitorio di chi, impunemente riparato dal Tempo, può sentenziare chi sbaglia, chi perde, chi è un fallito; e non concede ad alcuno, ovvio, il diritto di difesa. Ciò, con toni diversi, per ogni storia raccontata, anche per chi è stato frettolosamente buttato dentro il calderone (Benedetto XVI), o per chi non si capisce perché sia considerato "ultimo" (Atatürk è un vinto?). Fra tutti, basta citare come viene altezzosamente e sprezzantemente svillaneggiato Gorbaciov, quel "parassita zecca di quell'immenso sfasciume di cui non sapeva far altro che etichettare definire sunteggiare catastare schedare in bei discorsi la catastrofe": è un "molle vaniloquente tortuoso leggermente vigliacco", stucchevole epitaffio che ben potrebbe adattarsi, a pensarci, al Giudice Quirico stesso, in queste righe (per analogia) giudicato. Giudizio lungo e faticoso, per chi scrive e per chi legge; figurarsi un libro intero.

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Domenico Quirico

1951, Asti

Giornalista italiano, Domenico Quirico è reporter per il quotidiano torinese «La Stampa» e caposervizio esteri. È stato corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Si è interessato fra l'altro degli avvenimenti sorti a partire dal 2010-2011 e noti come "Primavera araba". Il 9 aprile 2013, mentre si trovava in Siria come corrispondente, è stato rapito. Viene liberato l'8 settembre dello stesso anno, in seguito ad un intervento dello Stato italiano. Tra i suoi molti libri, ricordiamo Naja. Storia del servizio di leva in Italia (Mondadori, 2008), Primavera araba. Le rivoluzioni dall'altra parte del mare (Bollati Boringhieri, 2011), Gli ultimi. La magnifica storia dei vinti (Neri Pozza, 2013), Il paese del male. 152 giorni in ostaggio in Siria (Neri...

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