The selection

L'idea d base non è del tutto nuova in questo genere letterario. C'è da dire che però in questo caso la distopia non è poi così marcata e preponderante come può essere in altri libri come Hunger Games. Può essere visto anche come un lato positivo perchè rende la lettura più leggera rispetto a delle situazioni più difficili e cruente di altri distopici. La protagonista non mi ha fatto impazzire in nessuno dei tre volumi, per quanto abbia apprezzato la sua sincerità anche nei confronti del principe. Non vedo nemmeno troppo di cattivo occhio l'idea di cogliere un'opportunità per migliorare la propria vita. In fondo in una società divisa in caste dove non c'è margine di crescita personale cosa c'è di male nel tentarle tutte, anche quella di conteggiare l'erede al trono? Il personaggio di Maxon è molto più interessante ed articolato. Ovviamente buonissimo in contrasto completo in una società come quella rappresentata. Ora, l'unica nota dolente secondo me è la seguente. La nostra protagonista viene presentata come una povera ragazza che vive di stenti, che non può vivere la vita che vuole a causa della sua posizione sociale, costretta come tutta la sua famiglia al lavoro e impossibilitata a sposare l'uomo che ama, Su certi aspetti è anche vero ma di certo non è una persona indigente, Ha un tetto sulla testa, una casa con giardino con persino una casetta sull'albero... e cibo sempre caldo in tavola.. Davvero la consideriamo povera? Certo tutti devono faticare per mandare avanti la famiglia, ma di certo non possiamo minimamente paragonare ad altri protagonisti di altri distopici che non hanno nemmeno di che vivere. Un'altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è la "bontà" di tutte le partecipanti. Solo una, ovviamente, è palesemente interessata solo alla corona e per questo giudicata la stronza di turno. Come se fosse ovvio che tutte le ragazze debbano essere innamorate del principe... In ogni caso è una lettura leggera e scorrevole

molto carina l'idea di per se ma tutto il resto non è molto carino

The Selection è una saga di romanzi distopici che onestamente trovo un po’ banale. La trama è molto interessante, ma sviluppata inspiegabilmente in un numero di romanzi eccessivo considerato il fatto che avrebbe potuto limitarsi tranquillamente ad un unico volume, senza costringere il lettore a impegnarsi nell’acquisto di vari volumi ad un prezzo che trovo concepibile per una saga molto più ben costruita. Kiera Kass scrive in modo molto scorrevole ma trovo che in linea di massima tutti i suoi scritti si somiglino eccessivamente. In particolare questa saga non presenta troppi colpi di scena assurdi. Fossi in voi preferirei un’altra saga di tipo distopico.