Il tè nel deserto

Rileggendo “Il tè ‘nel deserto” di Bowles Voglio qui andare al di là della trama, dello svolgimento dei fatti, oltre la provenienza della coppia protagonista dall’elite culturale ed economica newyorkese del secondo dopoguerra, e comunicare delle riflessioni su Port e Kit. Affettivamente Port era una roccaforte inaccessibile, “ una porta chiusa”. La sua essenza era un gelo profondo che lo possedeva dal di dentro. A questa sua condanna, fonte del suo malessere, non aveva trovato modo di sfuggire, per cui ad ogni tentativo di avvicinarsi all’altro la sua essenza lo riportava sempre a sè, negandogli ogni possibilità di accogliere, abbandonandovisi ,il calore che l’altro avrebbe potuto offrirgli; rimaneva della presenza dell’ altro solo una superficiale coscienza di non essere solo. Il perdurare della presenza di Kit al suo fianco pare alimentato dalla speranza di arrivare a raggiungersi, un certo giorno, ad appartenersi l’ un l’ altro. La morte fisica di lui è il congedo definitivo da parte dell’uomo che in realtà non le era mai appartenuto. La scomparsa di Porter la scioglie da un legame per cui aveva dovuto pagare un prezzo di cui non era cosciente, la tensione che le apparteneva si muta in un sentire di antica memoria, sembra leggerezza, gioia di vivere. L’Ieri non c’è più. Ha perso la sua forza di attrazione. E a quel punto, anziché cercare riparo nel suo vecchio mondo di appartenenza, lo cerca nel calore e nel cielo del Sahara. Corpo e anima si volgono alla scoperta dell’ignoto. La nuova Kit agisce ispirata dalla spontaneità più audace, sotto quel cielo niente più monologhi intrisi di dubbi e di timori, niente più sterili petulanti alterchi intellettuali , solo sensazioni sensualità calore piacere. Ad un certo momento l’incantesimo si rompe, e ciò accade quando il suo Dio nero del deserto, dispensatore di grazia e fonte di nuova inebriante vita, cessa di darle i suoi doni. Qui c’è un risveglio improvviso della percezione del tutto! Prende coscienza del cambiam

Romanzo seducente che racconta la parabola autodistruttiva di due coniugi americani che intraprendono un avventuroso viaggio nell'esotico Sahara per ritrovare se stessi e tentare di ridare un senso a un matrimonio in crisi. Un viaggio che si rivelerà tragico e disperante. Decisamente superiore al film di Bertolucci che da esso è stato tratto

Libro tosto, non per lunghezza ma per contenuto, storia e per come è stato reso nella versione che ho letto (che è del '91 della CDE). Molto affascinante e intrigante nella prima parte del libro, lo ho trovato lento verso la seconda parte e la fine, lasciandolo da parte per vari giorni. Era iniziato come un bel romanzo di viaggi che racconta la storia di tre americani in esplorazione del Nord Africa alla fine della seconda guerra mondiale. Da un certo momento in poi (senza svelare quale momento saliente del libro) è diventato lento. Mah, a volte si amano a volte no, tre stelle!