Le strade del male

gran libro, brutto sporco e cattivo qui non ci sono buoni e cattivi sono tutti solo cattivi, malati e perversi non c'è redenzione ne perdono ti cattura e non ti lascia fino all'ultima pagina unica pecca a mio avviso il finale un po' affrettato

Per la prima volta, dopo aver visto un film ho avuto la necessità di leggere il libro da cui era stato tratto. Perché un film così intenso non poteva che derivare da un testo altrettanto potente. Non mi sono pentita della scelta fatta. Il linguaggio nel libro è sicuramente meno contenuto, alcuni episodi sono ancora più sconvolgenti che nel libro, altri nel film non sono nemmeno menzionati e spaccano il cuore- e lo stomaco. Ogni personaggio vibra, si appiccica alla pelle del lettore. Nessuno è buono, nessuno è simpatico, nessuno merita di essere davvero sostenuto, forse neanche quello che nel film è il protagonista- ma che non lo è nel libro. L'equipollenza dei personaggi è quasi fastidiosa, il solito schema qua non regge. Non posso che consigliare la lettura di questo libro a chiunque adori le ambientazioni malate dei monti Appalachi, dove la ragione è spenta dalla religione e la miseria la fa da padrone.

Ambientato per la maggior parte in Ohio, questo romanzo segue le vicende di personaggi tormentati che, all’inizio separati, avranno poi in qualche modo a che fare gli uni con gli altri. Le vicende raccontate sono dure, violente, la disperazione lotta con la speranza; tutti cercano in qualche modo di tenere a bada il proprio destino. Willard, di ritorno dalla guerra nel Pacifico con la mente tormentata dal ricordo delle atrocità a cui ha assistito, sposa Charlotte e i due vanno a vivere sulla collina. Quando lei si ammala di cancro, il marito si affida a una preghiera disperata verso un dio che sembra non ascoltarlo; l’uomo arriverà a compiere sacrifici sempre più terribili nel tentativo di ottenere la guarigione della moglie. Il loro figlio, Arwin, profondamente segnato dal comportamento del padre, si troverà diviso tra il desiderio di vivere pacificamente e il bisogno di farsi giustizia da solo, precipitando nel vortice della violenza. Il predicatore Roy si convince di poter resuscitare i morti e per metterlo alla prova, il cugino Theodore lo spinge a provare i suoi poteri sulla moglie Helen. La figlia di Helen e Roy, Lenora, cresciuta nel conforto della religione e protetta dal suo unico amico Arwin, si affiderà poi completamente e ingenuamente al nuovo pastore, Teagardin. La coppia formata da Sandy e Carl, dopo un’esperienza terrificante in California, trascorre i mesi estivi lungo le strade assolate in cerca di “modelli” per le fotografie di Carl. Dio è molto presente in questo romanzo, ma ognuno dei protagonisti ha una sua visione personale di una divinità che sembra sempre sfuggire, lasciare le preghiere inascoltate. È un romanzo cupo, per certi versi brutale, non si intravede una redenzione. I personaggi maschili sembrano tutti in qualche modo voler farsi giustizia da soli, quelli femminili sembrano sempre destinati al ruolo di vittime, nel migliore dei casi succubi complici. La scrittura di Pollock è perfetta nella sua semplicità, mai noiosa, mai ridondante,