Una stanza tutta per gli altri

Romanzo molto ben scritto, racconta il rapporto tra Virginia Woolf e le sue due domestiche. E’ scritto utilizzando tre diversi registri narrativi: le pagine di un diario tenuto da una delle due ragazze a servizio dalla Woolf (Nelly), la voce dell’autrice che si inserisce ogni tanto per raccontare il suo soggiorno di un anno in Inghilterra durante il quale ha scritto il libro, una narrazione in terza persona quando le pagine del diario sono mancanti o insufficienti a portare avanti il racconto; l’autrice le integra prendendo spunto anche dai diari della Woolf. Protagoniste Virginia Woolf e Nelly, che l’autrice riesce a farci sentire vive e presenti con le loro ossessioni, i timori, i loro dissidi. Un rapporto lungo e tormentato che passa dall’iniziale ammirazione di Nelly per la padrona ad una decisa ostilità. Nelly rivendica ‘una stanza tutta per sé’ e la Woolf sembra rinnegare le sue idee progressiste e liberali nei rapporti con le due donne. Sullo sfondo di tutto l’affascinante e spregiudicato gruppo di Bloomsbury, colto ed emancipato, che se pur vissuto alla lontana dalle stanze della servitù, consente a Nelly un’apertura mentale inusuale per le domestiche del suo tempo. In qualche modo le chiacchiere e le idee dei Woolf e dei loro amici filtrano anche nelle stanze della servitù. C’è anche una piccola sorpresa finale…

Noioso. Deludente.

Interessante e coraggiosa la scelta dell'autrice di approfondire un lato meno studiato di Virginia Woolf, cioè il suo disprezzo nei confronti delle domestiche, donne come lei eppure considerate diverse in quanto socialmente e culturalmente "inferiori". Osservandola dal punto di vista di Nelly, si ha l'impressione che Virginia Woolf non fosse poi così femminista come ci si immagina. Il personaggio di Nelly è veramente ben costruito e tutta la ricostruzione della vita in Inghilterra è assolutamente affascinante.