Il risveglio. Gli ultimi insegnamenti

Accettare una dottrina comporta fede e devozione. Qualsiasi dottrina intendo, compreso quella buddista. Chi legge un tale libro o è un devoto di una delle tante scuole buddiste e quindi crederà di essere illuminato ulteriormente dalle parole del Rinpoche, oppure potrebbe essere, come me, un semplice nomade della lettura che spulcia in tutte le scritture di ogni cultura per scorgere il faticoso cammino del pensiero umano, del piccolo e infinito umano, della piccola e innumerevole interpretazione umana, nel vasto deserto di senso del mondo. Presupporre il samsara, il karma, la reincarnazione, il nirvana, non mi interessa più di tanto, perché ribadisco è sempre questione di fede e devozione. Più interessante, per me, potrebbe essere invece l'idea del pensiero come vacuità conoscitiva spontanea e perenne da riscoprire sempre e dal quale sempre ripartire. Ed ecco rivelare la meditazione che supera formule e tempi. Che supera posture e dualità. Che supera l'idea che siamo separati da una sostanza che sempre permane in noi e che è verità. L'unica verità? Una delle verità? Non so e non voglio tanto saperlo. Ma l'idea che il pensiero/mente è sempre origine, almeno per l'uomo, è un paradigma interessante. Testo ripetitivo ma interessante nella sostanza. Da leggere oltre la fede e la devozione.

Consiglio a tutti di leggere questo libro Il + bel saggio sulla pratica che abbia letto