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I ragazzi della via Pàl
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I ragazzi della via Pàl - Ferenc Molnár - copertina
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ragazzi della via Pàl

Descrizione


Si finge a fare la guerra, in maniera totalizzante, anche nei minimi particolari. Obiettivo per entrambe le fazioni, formate da alcuni studenti di scuola media, è la conquista di un piccolo prato, ultimo spazio libero nel quartiere. Un libro per ragazzi ma non solo, un romanzo che lo stesso Molnár amava particolarmente perché nel contesto delle prove di coraggio e di difesa dei campi da gioco s'intravede un sentimento patriottico con tutti gli aspetti ad esso correlati: la disciplina, l'eroismo, l'esecrazione del tradimento. Non dimenticando quei sentimenti di amicizia e lealtà, di cui le pagine sono intrise, che costituiscono il filo conduttore di questo straordinario romanzo. Età di lettura: da 10 anni.
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Dettagli

2021
7 febbraio 2021
164 p., Brossura
9788832048377

Valutazioni e recensioni

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Lorenzo Cusimano
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Ho letto questa storia all'età di dieci anni. Era uno dei miei primi libri. Non riuscivo a capire in che periodo fosse ambientato il racconto e nemmeno quale fosse la città teatro della storia. Tuttavia, ricordo perfettamente quei compagni di giuoco. Giovanni Boka era il leader che stimavo, l'amico che desideravo nella solitudine estiva di quegli anni in cui tutto era scoperta e voglia di conoscere. Forse in me c'era qualcosa del piccolo Ernesto Nemecsek, fragile e poco coraggioso. Non era necessario immaginare i luoghi di quelle appassionanti battaglie e di quelle pericolosissime missioni: quei posti li conoscevo bene, li vedevo, li frequentavo nei pomeriggi votati a qualche fantasioso passatempo con dei crudeli amici, che erano, sì cattivi e crudeli come la squadra delle famigerate Camicie Rosse, ma non così ingegnosi e geniali. Ricordo perfettamente che la mia scuola elementare - un edificio degli anni trenta, tanto imponente quanto freddo - era identica a quella del racconto. Lo stucco delle finestre non l'ho mai masticato e non immagino nemmeno che sapore abbia, però posso dire di comprendere quanto fosse duro custodire un segreto e sopportare le ingiurie a costo di difenderlo. Qualche piccolo segreto era lo stucco che custodivamo in pochi nelle stradine sterrate. Poi vi era il campo di battaglia. Io lo conoscevo a menadito. Certo, più che tirare le bombe di sabbia ai nemici, lo usavamo per i gavettoni o per giocare le interminabili partite di pallone. Non avevo un laghetto, dove tirare i sassi. Avevamo però i limoni da mangiare o tirare. Anch'io avevo paura dei fratelli Pásztor, figure inquietanti e inique, dotati di forza sovraumana. Non ho mai sopportato i tipi come Desiderio Geréb, invidiosi e doppiogiochisti, sempre pronti ad annotare tutto nel libro nero e pianger ostentando un pentimento. Molnár forse era sincero quando scriveva del pentimento di Geréb, ma io rimango diffidente.

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Lorenzo Cusimano
Recensioni: 5/5
La mia infanzia

Ho letto questa storia all'età di dieci anni. Era uno dei miei primi libri. Non riuscivo a capire in che periodo fosse ambientato il racconto e nemmeno quale fosse la città teatro della storia. Tuttavia, ricordo perfettamente quei compagni di giuoco. Giovanni Boka era il leader che stimavo, l'amico che desideravo nella solitudine estiva di quegli anni in cui tutto era scoperta e voglia di conoscere. Forse in me c'era qualcosa del piccolo Ernesto Nemecsek, fragile e poco coraggioso. Non era necessario immaginare i luoghi di quelle appassionanti battaglie e di quelle pericolosissime missioni: quei posti li conoscevo bene, li vedevo, li frequentavo nei pomeriggi votati a qualche fantasioso passatempo con dei crudeli amici, che erano, sì cattivi e crudeli come la squadra delle famigerate Camicie Rosse, ma non così ingegnosi e geniali. Ricordo perfettamente che la mia scuola elementare - un edificio degli anni trenta, tanto imponente quanto freddo - era identica a quella del racconto. Lo stucco delle finestre non l'ho mai masticato e non immagino nemmeno che sapore abbia, però posso dire di comprendere quanto fosse duro custodire un segreto e sopportare le ingiurie a costo di difenderlo. Qualche piccolo segreto era lo stucco che custodivamo in pochi nelle stradine sterrate. Poi vi era il campo di battaglia. Io lo conoscevo a menadito. Certo, più che tirare le bombe di sabbia ai nemici, lo usavamo per i gavettoni o per giocare le interminabili partite di pallone. Non avevo un laghetto, dove tirare i sassi. Avevamo però i limoni da mangiare o tirare. Anch'io avevo paura dei fratelli Pásztor, figure inquietanti e inique, dotati di forza sovraumana. Non ho mai sopportato i tipi come Desiderio Geréb, invidiosi e doppiogiochisti, sempre pronti ad annotare tutto nel libro nero e pianger ostentando un pentimento. Molnár forse era sincero quando scriveva del pentimento di Geréb, ma io rimango diffidente.

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Conosci l'autore

Ferenc Molnár

1878, Budapest

Ferenc Molnár è stato uno scrittore ungherese. Di origine israelita, esercitò il giornalismo e ottenne vasta notorietà con le sue commedie. All’inizio della seconda guerra mondiale si trasferì negli Stati Uniti. Il suo libro più noto è il romanzo I ragazzi della via Paal (1907), storia dolce-amara della lotta fra due gruppi di ragazzi per la conquista di uno spazio libero per i giochi. Tra le numerose opere teatrali, ricordiamo soprattutto la commedia Il diavolo (1907), il poema scenico Liliom (1909), sulle vicende terrene e ultraterrene di un candido e violento imbonitore di un parco di divertimenti, e Giochi al castello (1925), «metarappresentazione» di uno spettacolo di attori. Nel teatro di M. elementi realistici si...

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