Racconti dell'età del jazz

La seconda raccolta di racconti pubblicata da Fitzgerald celebra i fasti, gli effluvi e l'alcol degli anni Venti, senza nasconderne le zone d'ombra. L'incontro fra l'autore e il suo grande avversario, il potere della disillusione, si avvicina al punto più alto della sua parabola storica. La celebrazione del denaro, l'immersione nelle feste newyorkesi, la ricerca della notorietà e del riconoscimento pubblico muovono i personaggi su questa giostra di apparenze e di narcisismo parossistico, ma l'ombra lunga del fallimento mortale incombe su ogni vicenda. I racconti migliori sono quelli forse più noti, «Primo Maggio» e «Un diamante grosso come l'Hotel Ritz», mentre «Il curioso caso di Benjamin Button» può deludere chi ha visto il film di D. Fincher, ma è giusto e sacrosanto che la trama contenga la componente dell'abbandono, che invece il film ha preferito evitare. Gli ultimi due racconti potevano tranquillamente essere cestinati dall'autore, ma Fitzgerald aveva sempre bisogno di soldi e questa esigenza non lo ha particolarmente aiutato.

11 racconti scritti con indiscutibile sapienza e cristallino talento. Storie di fantasie, di amori, di amicizie, legati dal filo conduttore degli anni 20, del sogno della ricchezza, del disagio della povertà. Pur non amando i racconti in generale, con questo libro ho potuto scoprire e apprezzare la scrittura di Fitzgerald e appena possibile leggerò uno dei suoi romanzi.

Eccezionale. Folgorante. I racconti di questa raccolta rappresentano le diverse e molto simili sfaccettature dello stesso Fitzgerald. Le sue storie tormentate, le donne emancipate e misteriose (come Zelda), gli scherzi del destino poco spiritosi per accettarli. Di sfondo degli scenari mozzafiato con descrizioni superbe e profonde. Ho adorato questo libro!...si era capito?!?