Quello che non sai di me

Jam ha sedici anni, e si innamora. Si innamora del ragazzo inglese arrivato nella sua scuola per uno scambio culturale. Si innamora del suo fascino “british”, del suo umorismo bizzarro, del suo accento irresistibile. E’ un colpo di fulmine, amore a prima vista. Ma la storia di Jam e Reeve non ha un lieto fine. Le dicono che passerà, che deve andare avanti, ma lei non lo fa, non ci riesce. Il groppo in gola non se ne va. I genitori per paura che possa arrivare a farsi del male la mandano alla Wooden Barn School, una scuola tagliata fuori dal mondo per persone come lei, ragazzi che sono già stanchi di vivere. Viene ammessa al corso speciale di inglese, un corso tenuto da una stramba insegnante con strambi metodi che sta per andare in pensione. Insieme a lei ci sono 4 ragazzi, tutti con un trauma alle spalle. L’insegnante da come compito la lettura del libro “La campana di vetro” di Sylvia Plath con relativi ragionamenti su di esso e la scrittura di un diario segreto per due volte alla settimana. Ma il diario non è quello che sembra. Il romanzo è pieno di colpi di scena; affronta temi seri, come la depressione, i problemi di alimentazione, ma non senza uno sfondo divertente, che fa capire che pure nei momenti più bui c’è speranza e che non bisogna mai smettere di credere in sé stessi.

Quando ho letto l'accenno a La campana di vetro della Plath ho capito che volevo leggere questo romanzo, anche se indirizzato a un pubblico adolescente. Ne sono rimasta positivamente colpita. La storia, non interamente realistica ma con un tocco di magia che in questa narrazione non guasta, riesce a inquadrare i problemi dell'adolescenza - più o meno seri, ma tutti vissuti con l''intensità tipica di quell'età - e riesce a sottolineare l'importanza di non sottovalutare niente e nessuno. Lo consiglio, magari anche nelle scuole.