Quando lei era buona

Lucy è buona, o meglio, vuole essere buona a differenza delle persone che la circondano, che ai suoi occhi si dividono in disoneste, buone a nulla o smidollate. Lei no. Non cederà alla mediocrità del mondo. Non concederà nemmeno alle persone apparentemente in buona fede di esserlo davvero. Perché se nel primo nucleo familiare non si ha fiducia e non si trova conforto e riparo, come lo si può trovare dal mondo esterno? La sfiducia nel mondo, riflesso della sua famiglia "piena di falliti" sarà la sua rovina. È un romanzo duro, nello stile di Roth. Difficile empatizzare con l'irreprensibile Lucy, che si crede la più buona, ma è la vera antagonista della vicenda. Protagonista e antagonista. Finale in crescendo, delirante, potente. Da leggere.

Una missione, quella di Lucy, che inizia in tenera età. La sua è una razionalità a ritroso: salda e convinta al suo esordio, vulnerabile e naturalmente soggetta a cedere alle lusinghe dell'amore quando sarà una giovane donna. La sua missione cambierà inevitabilmente il destinatario: Lucy dovrà aiutare Lucy. Il pericolo è quello di permettere alla storia di ripetersi ed essere lei, questa volta ad implodere. Un'opera di notevole levatura, uno stile impareggiabile. Esperienza di lettura inedita, almeno per me. Consigliato.

Il mio primo approccio a Roth: deludente. Una scrittura a tratti scorrevole (a parte i molto dialoghi che mi hanno annoiato), una storia che non ha saputo coinvolgermi.