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Quando le immagini prendono posizione. L'occhio della storia. Vol. 1
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Quando le immagini prendono posizione. L'occhio della storia. Vol. 1 - Georges Didi-Huberman - copertina
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Quando le immagini prendono posizione. L'occhio della storia

Descrizione


A partire dall'analisi delle opere "L'Abicì della guerra" e "Diario di lavoro", Georges Didi-Huberman approfondisce le dinamiche, le idee e le disposizioni formali della riflessione di Bertolt Brecht sulla guerra. Un percorso che, passando in rassegna i documenti visuali e i reportage fotografici raccolti da Brecht sulla seconda guerra mondiale, attraversa alcuni motivi cruciali per il pensiero del drammaturgo tedesco, come il concetto di esilio e quelli di rilettura e di costruzione della storia attraverso il montaggio delle immagini. Obiettivo dell'opera è quello di individuare nei montaggi brechtiani un momento fondamentale della cultura europea del Novecento e un modello di intersezione tra l'esigenza dell'interpretazione della storia, la sfida del politico e lo spazio estetico. Didi-Huberman si sofferma con particolare attenzione sull'esperienza brechtiana della "messa in scena" quale processo conoscitivo in cui gli elementi del montaggio - come "le riproduzioni delle opere d'arte, le fotografie della guerra nei cieli, i ritagli di giornale, i volti di chi gli stava vicino, gli schemi scientifici, i cadaveri dei soldati sui campi di battaglia, i ritratti dei dirigenti politici, statistiche, le città in rovina, nature morte, paesaggi e le opere d'arte rese oggetto di vandalismo dalla violenza militare" - intrattengono fra loro un rapporto vivo e dialettico, che non li irrigidisce nelle strette maglie della presa di partito, ma li colloca piuttosto sul versante critico del sapere e del vedere che ogni presa di posizione necessariamente comporta.
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Dettagli

2018
6 dicembre 2018
Libro universitario
289 p., Brossura
9788857541532

Voce della critica

#Tenyearschallenge per Georges Didi-Huberman

di Marie Rebecchi

Nel 2009 usciva per Les Éditions de Minuit Quand les images prennent position, primo volume della serie L’Œil de l’histoire disegnata da Georges Didi-Huberman. A distanza di poco meno di dieci anni esce la traduzione italiana del libro, a cura di Francesco Agnellini, per Mimesis. Ten years challenge. Il tempo, secondo l’orologio delle avventure editoriali e espositive didihubermaniane, sembra scorrere diversamente da quello degli altri esseri umani. Vista in time-lapse, l’immagine-tempo della recente, inesausta, produzione intellettuale dell’autore di Devant le temps appare come una sequenza accelerata della metamorfosi dei suoi testi in immagine e della presa di posizione di queste immagini nello spazio: i libri diventano mostre, le mostre narrano la biografia d’immagini singolarissime. Muri e pavimenti di musei nazionali iniziano a parlare e a leggere ad alta voce storie d’immagini-fantasma per un pubblico adulto.

Comprimendo gli eventi, tra Quand les images prennent position e Quando le immagini prendono posizione, gli occhi della storia si sono moltiplicati superando quelli di Shiva: dall’inaugurazione della mostra Atlas. ¿Cómo llevar el mundo a cuestas?, organizzata da Didi-Huberman al museo Reina Sofia nel 2010-2011, a quella parigina, Soulèvements, al Jeu de Paume (2016-2017), la serie L’occhio della storia ha riunito in una manciata di anni un folto fascio di stelle del firmamento artistico e intellettuale del XX secolo: da Samuel Fuller a Harun Farocki, da Jean-Luc Godard a Sergej Ejzenštejn, passando per Aby Warburg e Roland Barthes. In ordine di uscita: Remontages du temps subi. L’Œil de l'histoire, 2 (2010); Atlas ou le gai savoir inquiet. L’Œil de l’histoire, 3 (2011); Peuples exposés, peuples figurants. L’Œil de l'histoire, 4 (2012); Passés cités par JLG, L’Œil de l’histoire, 5 (2015); Peuples en larmes, peuples en armes, L’Œil de l’histoire 6 (2016).

Recensione completa su Alfabeta2

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Conosci l'autore

Georges Didi Huberman

1953, Saint-Étienne

Georges Didi-Huberman (Saint-Étienne 1953), è uno dei maggiori filosofi e storici dell’arte francesi. Dal 1990 insegna all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Oltre a Scorze, pubblicato da Nottetempo, ricordiamo Aprire Venere. Nudità, sogno, crudeltà (Einaudi, 2001), L’immagine insepolta. Aby Warburg, la memoria dei fantasmi e la storia dell’arte (Bollati Boringhieri, 2006), Ninfa moderna (2004), La pittura incarnata (2008) tutte pubblicate da il Saggiatore; e La conoscenza accidentale (Bollati Boringhieri, 2011).

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