I promessi morsi. Storia gotica milanese del secolo XVII

In una sola parola: geniale. Quando presi in mano il libro la prima volta pensai alla solita buffonata coi vampiri per attirare le nuove generazioni che non conoscono le pietre miliari del gotico. Invece, pagina dopo pagina, si scopre il lato geniale dell'autore: mantenendo fedelmente personaggi e storia originale, ci ha regalato una storia parallela in un mondo gotico. Lupi mannari, vampiri, streghe e stregoni, necromanti e morti viventi ripercorrono una delle storie che stanno più a cuore agli italiani (e non solo). Di solito si pensa che tutti questi personaggi insieme siano un'accozzaglia priva di senso, invece è proprio qui il genio dell'autore, che riesce a dare un senso ad ognuno di loro. Libro coinvolgente, ben scritto ed emozionante. Da leggere solo se si conosce la storia de "I promessi sposi", l'originale Dracula e tutti gli scritti ed i film storici del genere gotico degli albori.

Davvero un bellissimo libro, scritto divinamente, come confermato a suo tempo sulle pagine del Corriere della Sera. Un modo alternativo ma appassionante, di rileggere il libro più famoso d'Italia, attualizzandolo come fosse un thriller dei nostri tempi. Molto meglio di tanti volumi dedicati al vampirismo, che non hanno la stessa qualità letteraria. Da non perdere assolutamente!

Una delusione infinita. Pensavo ad un omaggio in chiave gotica, non è che un bignami scritto male e di fretta: basta prendere un riassunto dei promessi sposi, aggiungervi qui e lì le parole "vampiro" o "licantropo" e il libro è fatto. Non c'è un fine, non c'è un senso: è una fanfiction di 340 pagine e da 16 euro e 50. Come un bambino che prende i pastorelli del presepe e li fa combattere come soldatini in salotto, così il nostro anonimo lombardo prende la Monaca di Monza, l'Innominato, Don Abbondio, Renzo e Lucia e si diverte a giocarci, senza dotar loro di nessun tipo di psicologia, accontentandosi dei nostri ricordi dei personaggi. La critica più forte che intendo esprimere nei confronti di questo libro è la velocità, troppo sostenuta: sia nelle scene d'azione, ai limiti della sceneggiatura, sia negli avvenimenti. Ciò che Manzoni riesce a fare, con le sue descrizioni e le sue digressioni perfette, è restituirci un clima, più che volerci meramente raccontare una storia. Questo clima non c'è. Parti liquidate, parti soppresse, parti riassunte in due righe. Bocciato sotto tutti i fronti. L'idea non era buona, era superba. L'esecuzione non è carente per mancanza di capacità nell'autore, è insufficiente di proposito: l'autore ha voluto destinare espressamente questo romanzo alle ragazzine liceali in crisi d'astinenza da Twilight, e di conseguenza, ha abbassato il livello fino a sotto terra.