Il presidente

Romanzo tra i migliori di Simenon in assoluto, al pari de "Le campane di Bicetre " , " Il gatto " e " Il borgomastro di Furnes ". Un uomo politico di Francia, un tempo potentissimo e quasi leggenda vivente, si trova al termine della sua vita isolato e trattato ormai come una reliquia dai pochi che lo servono. La vita e la morte, quello che è stato fatto e che poteva essre fatto diversamente, i ricordi ed i rimpianti...cosa resta alla fine? Leggero nella lettura ma profondo e tagliente nei contenuti e nelle riflession iche ne seguono. Da leggere assolutamente.

I detrattori sostengono che Simenon non abbia fatto altro che scrivere e riscrivere lo stesso romanzo infinite volte. "Il presidente" sarebbe l'ennesimo romanzo? Decisamente no, perché solo rarissime volte troviamo nell'Autore una riflessione così articolata sul potere e sul tempo della vita, sulla morte come verità finale del vivere e dell'aver vissuto. Un Simenon politico che condanna il potere, poiché è il potere stesso a corrompere gli uomini sempre e comunque, mentre la vita che corre verso la morte mette a nudo l'effimera vanità del proprio vissuto. Un romanzo che consiglierei solo dopo aver già letto altri romanzi di Simenon, per esempio quelli degli anni Trenta, più narrativi e meno riflessivi rispetto a questo.

Georges Simenon scrisse nel 1958 "il Presidente",un romanzo che analizza il mondo del potere politico in tutte le sue sfaccettature.Il coinvolgimento è assicurato per il lettore,poichè,nonostante la scelta di far parlare in terza persona il protagonista,lo immette direttamente nella scena e gli fa conoscere tutti i suoi reconditi pensieri.Si tratta di un vecchio politico,che ha ricoperto nella sua vita importanti cariche pubbliche nella Repubblica francese,riscuotendo notevole successo per le sue consumate abilità.Ora ha lasciato la politica e si è rifugiato a vita privata in Normandia,accudito in ogni aspetto dal personale di servizio.E' quindi ormai fuori dal giro del potere,ma è temuto lo stesso dal mondo politico,in quanto è al corrente di segreti che potrebbero danneggiare seriamente la carriera politica di alcuni suoi ex colleghi. Corre voce che stia scrivendo ulteriori memorie rispetto a quelle già date alla stampa,suscitando per questo grandi preoccupazioni.Conseguenza di tutto ciò è il sospetto sempre latente nel protagonista di poter essere spiato e controllato e Simenon coglie da gran maestro quale è,con il suo stile asciutto ed essenziale,qualsiasi sensazione nell'animo del vecchio politico e le inquietudini di ogni giorno,volte a scoprire l'eventuale traccia di possibili coinvolgimenti del proprio personale di servizio.Egli è al tramonto della vita,malato,ma si ostina a non voler dare l'addio definitivo al mondo politico e a continuare a tramare nei confronti dei suoi ex colleghi.Simenon ci fa respirare con la sua consueta bravura il clima di estrema solitudine che lo circonda(caratteristica peculiare di tanti suoi personaggi),prigioniero di gesti abitudinari e in attesa che accada qualcosa di inaspettato,tale da richiamarlo di nuovo alla ribalta pubblica.Egli passa il tempo a ricordare la sua passata esistenza politica,alla ricerca di un pretesto per ritornare a contare ancora in quel mondo che l'ha visto protagonista assoluto per tanti anni.