L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (1)
«C'era una volta, nella marea del passato dei Dunbar, una donna che aveva molti nomi.» C'erano stati anche un nonno con la passione per i miti greci, una nonna e la sua macchina da scrivere, un pianoforte consegnato nel posto sbagliato, una ragazza con le lentiggini che amava le corse dei cavalli, e un padre che, dopo la morte della moglie, aveva abbandonato i suoi cinque figli: Matthew, Rory, Henry, Clay e Tommy. I fratelli Dunbar. Costretti a vivere soli, e a definire da soli le regole della propria esistenza. E quando il padre tornerà sarà Clay l'unico dei fratelli che accetterà di aiutarlo e costruire con lui un ponte, concreto e metaforico nello stesso tempo: lo farà per la sua famiglia, per il loro passato, per il loro futuro, per espiare le colpe, per affrontare il dolore. Lo farà perché lui è l'unico che conosce tutta la storia, e per questo è obbligato a sperare. Ma fino a che punto Clay potrà portare avanti la più difficile di tutte le sue corse? Quanti degli ostacoli che la vita gli ha posto davanti riuscirà a superare? Quanta sofferenza può sopportare un ragazzo? Dodici anni dopo "Storia di una ladra di libri", Markus Zusak torna con un romanzo di lancinante bellezza, che non ha paura di commuovere e che lo conferma come uno dei più importanti autori della scena letteraria mondiale: la storia di Clay, dei suoi fratelli e della sua famiglia è di quelle destinate a incidere a lungo nell'immaginario collettivo, per la densità di vita e sentimenti, per il racconto travolgente, per la voce acuta, calda e suggestiva. «Era andata così. E tutto questo aveva portato a quel ponte.»
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ma lo scrittore è lo stesso che ha scritto il bellissimo romanzo "Storia di una ladra di libri"? Leggendo questo romanzo ho più volte avuto dei dubbi. Trama confusa e talvolta poco chiara, non ho capito lo scrittore dove voleva andare a parare! Forse per cercare l'originalità ha superato il confine inoltrandosi nel territorio dell'astratto che non si capisce. Un romanzo che non mi è piaciuto nè nella forma nè nel contenuto, che delusione!
Se il lettore non ha la pazienza di continuare la lettura, con questo romanzo si arenerà molto probabilmente prima della centesima pagina. A mio parere tenete duro e continuate la lettura perchè poi il ritmo decolla, i personaggi prendono pian piano vita e in alcuni punti la storia commuoverà e farà pensare, diventando a poco a poco una grande storia. Personalmente mi è piaciuto molto, inoltre trovo che per la vicenda raccontata e per il linguaggio semplice e delicato sia molto indicato anche per un pubblico adolescente.
Matthew narra le gesta dei fratelli Dunbar (lui, io narrante, con Rory, Henry, Tommy e Clay) dopo la morte della madre Penelope e l’abbandono del padre Michael (marchiato come Assassino con devozione filiale!) in una catapecchia di periferia degradata di Sydney. Vi sono numerose pecche in questo romanzo: (a) è prolisso (un taglio del 50% e riscrittura potrebbero riportarlo a galla); (b) è steso in un linguaggio nodoso, contorto e ripetitivo (è mancata una seria rilettura da parte di Zusak); (c) è un continuum di flash-back, che stravolgono la trama e la rendono uno spezzatino!; (d) peggio che nel finale di una tragedia lirica, Penelope viene fatta morire una decina di volte. C’è di più: le gesta dei Dunbar consistono nello scazzottarsi ogni dì, nel massacrare il povero Clay sull’anello di corsa per impedirgli di tagliare il traguardo, nell’alloggiare in casa il mulo Achilles, il gatto puzzolente Hector, il pesciolino rosso Agamennon, il piccione Telemachus (povero Omero!)l Non paragonabili alle “Donne, i cavalier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese” cantate da Ariosto (la lettura di Orlando Furioso avrebbe giovato a Zusak). Se proprio devo immergermi in imprese memorabili di ragazzini, preferisco Tom Sawyer e Huckleberry Finn, sempre verdi dopo quasi 150 anni! Il titolo del romanzo c’inganna con la storia del Ponte d’Argilla (che parafrasa il nome di uno dei fratelli, Clay), ma è una Fata Morgana, non si materializza mai ed è ben lontano dal Pont-Du-Gard o anche dal Coat Hanger di Sydney o dal ponte Benezet di Avignone, per lo più edificato su un fiume in secca e da solo due “architetti”, innamorati sì di Michelangelo, ma che forse avrebbero tratto più giovamento da Brunelleschi. E’ preferibile il Ponte sulla Drina di Ivo Andrić, che almeno ha una trama storica memorabile. Se, nonostante queste mie umili note, persisterete nel leggere Zusak, vivissimi auguri di sopravvivenza!
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore