I pirati del cielo

Speravo di ritrovarmi in quella fantascienza "western" che in un certo momento della storia della letteratura sf ha dominato e invece ho ritrovato solo copie sbiadite di vecchi romanzi e autori già letti. Già la lingua è poco spedita, più adatta ad un saggio che non ad un libro di avventura; poi talune scelte del traduttore (credo) - con uso di termini vecchi o desueti - è probabilmente dicutibile (a meno che non si sia uniformato alla lingua originale, ma la cosa non avrebbe molto senso). Poi l'avventura.... neanche a pensarci di scomodare Hamilton e il suo "lupo dei cieli" e neppure Bertram Chandler col mitico comandante Grimes della Far Traveller o altri archetipi ritrovabili persino in Asimov e molti predecessori: qui il modello è tuttalpiù il ciclo cinematografico dei "Pirati dei Caraibi". E pensare che l'equipaggio della Ketty Jay era - a partire dal suo scombinato comandante Frey - un campionario di pseudo-mutanti o pseudo alieni, ma soprattutto di pseudo-ladri e sfigatissimi pirati sempre beccati con le mani nella marmellata! - che avrebbe potuto dar vita a storie divertenti e far un po' di concorrenza non a un filmetto, ma ad autori piuttosto importanti nella storia della fantascienza: invece la più assoluta mancanza di ironia (i tentativo ci sarebbe qua e là, ma sono i mezzi espressivi che sono mancati) ha affossato senza scampo questi "pirati" di un cielo fosco e senza futuro. Forse se insieme ad alcuni classicii della fantascienza (solo alcuni perchè l'elenco avrebbe potuto essere ben più lungo) si fossero scomodati anche alcuni classici della fantasy la lettura avrebbe dato ancor più l'idea di un tutto déjà vu - déjà lu. Nel complesso un libro che proprio non si riesce a leggere d'un fiato: i personaggi e le loro azioni - interessanti se presi singolarmente - messi insieme diventano soporiferi.

Pirati, aeronavi, battaglie nei cieli e personaggi avvolti nel mistero: bisogna dire altro? Chris Wooding è riuscito a creare un mondo originale dove pirati, magia e tecnologia si fondono per creare un teatro perfetto per le avventure del capitano Frey. Un libro divertente e coinvolgente che consiglio a chi cerca avventura e narrativa fantasy originale. "I Pirati del Cielo" è un romanzo autoconclusivo, ma spero veramente tanto che la Fanucci pubblichi anche le altre avventure della "Ketty Jay".

Libro fantasy-avventura come non se ne scrivono ormai da anni, che sembra nascere da un incontro tra la saga Disney dei Pirati dei Caraibi, il mondo "volante" immaginato da Miyazaki e l'equipaggio folle e strampalato della serie "A.Team", il tutto immerso in situazioni e scenari squisitamente fantasy. La storia è appassionante, molto riuscita nella caratterizzazione dei personaggi (ciascuno, infatti, ha un suo ruolo, una storia e un momento da protagonista), nelle scene d'azione e non risparmia neppure un messaggio finale edificante e profondo. Tutti i membri dell'equipaggio hanno un percorso di crescita personale, che li porterà a formare una sorta di comunità e famiglia elettiva nel "grembo" dell'amata nave (o meglio, navicella) Ketty Jay. Spicca su tutti, a mio avviso, la storia delle origini del golem Bess. Da consigliare.