L' occhio del Golem. Trilogia di Bartimeus. Vol. 2

Non potevo assolutamente perdermi il seguito de "L'amuleto di Samarcanda". Il racconto è sempre originale e affonda le radici nelle più antiche tradizioni della cultura magico-mistica ebraica. La storia è scorrevole e l'introduzione dei nuovi personaggi permette al lettore di staccarsi per un attimo dal protagonista principale o dal suo jinn. Lo consiglio vivamente!

Un salto di qualità rispetto al primo libro della saga di Bartimeus, anche quello meraviglio. Più impegnato, se così si può dire, più complesso e decisamente più carico di promesse. Lo sviluppo dei personaggi è, come ho già accennato precedentemente lo scrittore Stroud mi lascia più sbalordito e appagato, e anche qui nell'Occhio del Golem l'autore non smentisce affatto la sua bravura sia nella prosa, sia nella costruzione di una trama incalzante: la scelta di intrattenersi con un personaggio principale come Nathaniel, che sguazza con sempre più compiacimento in quella fanghiglia dell'élite dirigente dei maghi londinesi, che pagina dopo pagina diventa sempre più avido, viscido, pigro, insopportabile ma anche coraggioso. In quanto a Bartimeus; se parlassi di lui, non potrei sfuggire al profondermi in banalità su quanto mi faccia ridere e quanto lo ami, per cui starò in silenzio e lacerò a che deciderà di leggere questo libro, ad affezionarsi a questo meraviglioso personaggi. Bella la scelta di introdurre come terza co-protagonista una comune; Kitty (ammetto sia la mia preferità, gia incotrata di sfuggita nel primo libro) è stata ben al di là delle mie aspettative.La trama, sottolineo, che è costruita ottimamente, come già per il primo che continua per tutto il romanzo a correre con ricchi colpi di scena. Ho apprezzato in particolar modo la conclusione senza fare spoiler: pensavamo di aver avuto delle risposte, ma con poche riflessioni Nathaniel le spazza via rivelandole per quelle che sono, e cioè nientemeno che un'ulteriore complicazione delle domande precedenti. Come se mi servisse un motivo in più per correre a leggere il terzo.

Dopo aver divorato "L'amuleto di Samacanda", mi sono precipitato a comprare il secondo volume della trilogia e le (alte) aspettative sono state ben ripagate. Se solo potessi evocare Bartimeus per ascoltare dalle sue labbra tutta questa meravigliosa irriverenza...