Narciso e Boccadoro

Una pietra miliare, una colonna fondamentale quanto Siddhartha, questo racconto raffinato e profondo è essenziale. L'evoluzione di due anime così diverse e così simili, fa riflettere profondamente sul senso della vita, di come vogliamo davvero gestirla, sui nostri drammi e su quelli del mondo, sugli infiniti cammini che ci si estendono davanti. Da leggere dai venti anni in su, consiglio, per le sottigliezze filosofiche.

Una delle più grandi penne del '900 ha creato un intrigante storia ambientata secoli e secoli prima nel medioevo;la trama in cue due personaggi sono in cerca del senso della loro vita è distintiva di Hesse.

Per apprezzare un libro del genere, bisogna attendere il momento giusto. Per me lo è stato. Se avessi letto questo libro durante gli anni di liceo, quando studiai l'autore in letteratura tedesca, probabilmente non avrei colto l'essenza del libro. Prima di tutto, perché è un'opera che viene sempre e solo nominata, non ci si sofferma quanto Siddartha o Steppenwolf. E, secondo, perché non avrei avuto la maturità e pazienza per accettare la filosofia contenuta al suo interno. Il titolo è "Narciso e Boccadoro", ma le vicende per quasi tutto il libro, sono incentrate su Boccadoro, un giovane scolaro di un convento, che fuggirá via per vivere una vita errante e godere pienamente della sua vera natura, quella dei sensi. Personalmente ho amato molto di più il personaggio di Narciso. Si, Boccadoro è un personaggio da ammirare, vive pienamente le cose, l'arte, la bellezza della natura. Sembra addirittura che nonostante le centinaia di ragazze con cui sia stato, riesca a poter dire di averne amate veramente solo 2-3. Eppure, il vero amore che lui dice di aver provato solo per queste 2-3 fanciulle, non mi è sembrato affatto credibile. Queste fanciulle mi sono sembrate solo nomi e forme che a lui sono rimaste più impresse, ma non ho sentito che le abbia amate veramente, a differenza delle altre centinaia. Narciso e Boccadoro sono la faccia della stessa medaglia e la morale del libro è proprio quella di vivere una vita che abbia entrambe le due nature: spirituale e dionisiaca.