Il muro invisibile

Libro autobiografico scritto quando l'autore aveva già oltre 90 anni, che racconta la sua infanzia misera e umile, in un paesino vicino a Manchester, dove pregiudizio e dogmi religiosi dividono la strada abitata da una parte da ebrei e dall'altra da cristiani: 2 mondi invalicabili, che si detestano e non permettono commistione. Solo l'amore e le idee socialiste di due ragazzi apriranno una breccia .... Libro di durezza e tristezza talmente profonde e toccanti da non avermi permesso di gustarlo appieno.

Libro autobiografico alla cui notorietà ha contribuito nientemeno che il New York Times. Gli ingredienti ci sono tutti ma il risultato non è strabiliante.

E' la prima volta che trovo un romanzo scritto da un ebreo ma che non racconta le atrocità a cui è stato sottoposto. Narra la sua esistenza di bambino fatta di povertà e di grande umiltà. Racconta ormai da adulto la sua storia mantenendo lo sguardo attento e fanciullesco della sua infanzia. E' come se fosse lui ancora bambino. Descrive la differenza che percepiva tra lui e i suoi simili ebrei e coloro che erano dall'altro lato della strada: i cristiani. Un'esistenza fatta di sguardi o di pregiudizi verso i "diversi" ma totalmente priva di crudeltà, di violenza o meschinità. Anzi spiega come talvolta gli uni serviva agli altri. Fa tristezza la povertà di quel periodo preso in considerazione, cioè i primi del Novecento a cavallo tra le due guerre, per questo mi sento in debito di elogiare la grande intelligenza e bravura della mamma di 'arry nel far quadrare l'inesistente quadro economico della famiglia. Bernstein descrive tanti personaggi?tutti coloro che lui con la sua visuale di bambino ha conosciuto ed incontrato ma pone particolare attenzione a due figure, che per lui e per la sua infanzia credo abbiano significato davvero molto: la mamma ovviamente e la sorella maggiore Lily.