MediaMente

'Mediamente' mi ha tenuto compagnia per due serate. Ed è stata una bella lettura. E’ un libro originale: Giorgio parla del suo lavoro. Non è un domatore di belve, un pilota di Formula 1, un direttore d’orchestra, non ha fondato un’impresa della digital economy e nemmeno fatto il giro del pianeta su una Panda del 1984 alimentata a succo d’arancia. Giorgio è l’uomo della porta accanto: vende case, o meglio è ‘mediatore immobiliare’. A Torino. Mestiere più difficile del mondo. Lo fa con passione contagiosa, e di questi tempi leggere di una persona che svolge con impegno ed entusiasmo il proprio lavoro è una boccata d’aria fresca. Giorgio non descrive ambienti che non conosce e non si atteggia all’intellettuale che non è. ‘Mediamente’ è un libro onesto dove, al di là del diverso vissuto, l’identificazione tra chi legge e chi scrive è totale. Ci sono le piccole soddisfazioni e ansie quotidiane, il complimento non cercato per un affare andato bene, la frustrazione unita al senso di sfida per una trattativa che parte in salita. Ma c’è soprattutto una galleria umana universale, personaggi che potrebbero essere sotto la Mole così come a Londra, a Voghera o nel più sperduto villaggio. Tutti noi abbiamo la sensazione di conoscerli da sempre. Il ristoratore taciturno e scorbutico ma con un cuore d’oro, il postino detective, la contessa con appartamento al primo piano vista ferrovia, gli eredi litigiosi impossibili da accordare alla maniera di un pianoforte scalcagnato. ‘Mediamente’ sono poco più di cento pagine che mi sento di consigliare e salvare, e non perché ne conosca il facitore. Si leggono in un paio d’ore e lasciano il profumo di un piccolo mondo ritratto con l’abilità di un ‘sensaluccio di nobile casato, sissignore, ma che non aveva neanche da pagarsi la carrozza’ (come prendendo a prestito Pirandello l’autore si definisce con autoironia in epigrafe) che ha saputo trasformare il suo felice istinto creativo in un'espressione artistica sincera e coinvolgente.