Mare aperto

Un fotografo e una ballerina, Neri, s’incontrano a fine 2017 in un locale a Piccadilly. Sono attratti come due poli magnetici di segno opposto: è amore a prima vista. S’inseguono per tutta Londra per un anno intero e, lentamente, arrivano perfino a dichiararsi amore reciproco (p 111, superata la metà del racconto, ma da ubriachi!). Trama basilare: la dura vita di due persone di colore a Londra, tra emarginazione e razzismo. Passato un anno, il grande amore si liquefa, non si capisce bene perché (forse i due poli si sono smagnetizzati), e i due si separano, lui resta a vivere nel Sud-Est di Londra, lei a Dublino. Ci sono diversi aspetti che rendono questo romanzo claudicante. In primis: tutto è raccontato in terza persona, come se ci fosse un personaggio esterno che spia ogni loro mossa e racconta il loro vivere quotidiano. Inoltre i due personaggi sono degli innominati, fatto curioso in un romanzo dove, di solito, l’autore si affretta a definirne i natali, l’età, le parentele, ogni aspetto relazionale. Così i due poveri amanti non avranno gli onori di entrare nel pantheon della letteratura, come Paolo e Francesca, o Giulietta e Romeo. Al massimo potranno essere annoverati nell’albo degli ANONYMOUS LOVERS, not a big deal. C’è di più: tutto il racconto è permeato dall’ossessione dell’autore di essere un perseguitato, dalla polizia, dalla popolazione bianca londinese e di essere un emarginato. Al punto di temere che i poliziotti lo possano uccidere come accade, purtroppo, sovente negli USA. Il fatto è che, nel mondo moderno (Anno Domini 2022, in realtà da decenni!), tutti i giovani sono discriminati per mancanza di lavoro e di opportunità, indipendentemente dal colore della pelle. Il tutto comunque è di lettura faticosa che sfocia sovente nella noia di situazioni ripetitive e sempre uguali. Morire che ci sia un momento di volo pindarico! Troppo solipsismo e piangersi addosso e mancanza di visione degli aspetti e avvenimenti politici in Inghilterra e nel mondo.

Mare aperto è una storia di paura che ti trascina via, come una corrente violenta che ti strappa dai tuoi porti sicuri, come l’onda inattesa che ti toglie il fiato. È la solitudine di chi affoga e lascia andare l’altro per non portarlo giù con sé. C’è un ragazzo che prende fiato un attimo prima di tornare a immergersi in un trauma condiviso. C’è emotività, trasporto, sensibilità. C’è una scrittura forse un po’ troppo distante, artificiosa, dispersiva, per una storia così intima. O forse siamo io e la mia miopia che comprendiamo meglio solo davanti alla messa fuoco e alla nitidezza. In Mare aperto c’è l’amore, insieme alla paura e al trauma. Ci sono le conseguenze ineluttabili del silenzio. Forse ci si salva solo se si afferra la mano che con pazienza ci cerca nel tumulto dell’acqua scura.

Che libro pazzesco! Un romanzo di una forza letteraria impressionante, un "grido" che non smette di echeggiarti in testa e ti accompagna per giorni a lettura terminata. Come può un ragazzo nero ,oggi , lasciarsi andare e vivere pienamente un amore, immaginare una vita di coppia , sognare una famiglia...senza dover inevitabilmente fare i conti con il mondo esterno, con la società dei bianchi , con il razzismo vivo e violento? Scritto con una intensità ed una dolcezza incredibile, Mare Aperto è un romanzo devastante e meraviglioso.