Malasacra

Attendevo con ansia l'uscita di un horror ambientato nella mia terra e questa antologia di Corigliano è stata una rivelazione. Corigliano si ispira ai grandi della letteratura weird, in particolare a Lovecraft e Ligotti. L'impressione che ho avuto leggendo i suoi racconti è che fossero particolarmente densi, che meritassero una seconda lettura più attenta perché ogni parola sembra studiata appositamente per essere collocata in un certo contesto. Alcuni racconti, come Sancta Sanctorum e Del male mi hanno davvero colpita per il loro modo di reinterpretare e capovolgere determinati concetti. Non è una lettura leggera, ma è molto suggestiva e surreale. L'ho veramente adorato, dalla prima all'ultima pagina, e non vedo l'ora che pubblichi qualcos'altro!

Indubbiamente questa raccolta di racconti contiene idee, buone idee, buona immaginazione, ma proprio perchè il genere è particolare e non mainstream, a mio avviso dovrebbe essere in netta controtendenza dal punto di vista sintattico lessicale, rispetto agli stili letterari in uso nella narrativa di largo consumo. Invece è proprio la stessa cosa. Purtroppo oggi tutti scrivono allo stesso modo, sia nel mainstream che nell'underground, sempre e comunque paratassi di medio basso livello, mai un periodo un pò più complesso, qualche frase subordinata che possa arricchire la qualità letteraria, non sia mai, termini arcaici, desueti? nooo, altrimenti, come straparlano i neo critici you tuberi, ti dicono che te la tiri, perchè ostentare il fatto che scrivi bene? E' un mondo al contrario, anche letterariamente parlando, un mondo in cui non mi sono mai riconosciuto, dove tutto è omologazione, nei linguaggi e nei contenuti, un mondo prostrato all'orrendo non pensiero unico, al finto antirazzismo, al finto amore per il nostro pianeta in nome di una ecologia supina al mostro inquinante e distruttivo che è la rete, inchinato al politicamente corretto uniformante, il pensiero muore, la finta letteratura intrattiene e basta, impera il materialismo e anche questo tipo di narrativa funge da specchio di una società marcita spiritualmente e intellettualmente.

Nel cuore della prima antologia personale di Francesco Corigliano c’è una domanda. Il lettore che attraversa “Malasacra” passa la maggior parte del tempo a esplorare rovine, relitti e case abbandonate, e in mezzo ai resti di utopie dimenticate o di ere finite da un pezzo, cerca insieme all’autore un significato più profondo per il caos violento e per il tedio della realtà; cerca un’origine, un trauma primordiale che continua a farci male. Le visioni mostruose, le mutazioni, le congregazioni occulte che si sviluppano attorno a questa ricerca irrisolta diventano simboli per riflettere sulla nostra importanza di fronte a quelle che, pensiamo, siano forze infinitamente più grandi di noi, ma che si riducono spesso al nulla, a una pagina bianca. Il vero mostro che ci troviamo ad affrontare è la paura di essere soli, abbandonati a noi stessi dai nostri simili e dalle entità che preghiamo perché ci proteggano. Non sempre lo stile e il linguaggio del racconto dell’orrore soprannaturale si rivelano adatti per esprimere i contenuti al massimo della loro potenza, ma dove “Malasacra” va a segno, e va a segno spesso, lo fa con scosse emotive intense, e apre al lettore scorci vividi su qualcosa di più grande e inafferrabile delle realtà che crediamo di conoscere.