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Il libro dell'inquietudine
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libro dell'inquietudine

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2023
12 maggio 2023
9788869976568

Valutazioni e recensioni

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Piero Canale
Recensioni: 5/5
Difficile da consigliare

Il libro dell'inquietudine è il diario di Bernardo Soares, un contabile della Lisbona degli anni Trenta. L'autore del diario, che altro non è che un eteronimo di Fernando Pessoa, trascorre il suo tempo tra lo sterile lavoro, il sogno e la scrittura quasi maniacale delle pagine asfittiche, ostiche, soffocanti che compongono questo romanzo. Bernardo Soares non è un sognatore, quale l'idea romantica potrebbe suggerire. Infatti, il sogno di cui parla il contabile è l'unica esperienza reale di vita che gli sia permessa. Per Soares la vita è una complessa, e a volte insensata, oscillazione tra l'inazione e la mancanza di consapevolezza. Solo il sogno dà la vera prova dell'esistenza: «omnia fui, nihil expedit». Il diario si contorce, come viscere in preda a degli spasmi. Tra le pagine di pioggia e le pagine del caldo umido e asfissiante si insinuano profondamente le riflessioni sull'esistenza e sull'umanità, le massime sulla religione e sul secolo. Quella di Soares è una filosofia pratica, che si fa forte dell'esperienza non vissuta. Soares (o Pessoa?) scioglie momento per momento la sua esistenza - il diario risale agli ultimi anni di vita dello scrittore - la analizza con lo stesso metodo con cui si osserva la vita intorno, alla quale sembrerebbe totale il disinteresse, ma che tuttavia l'autore descrive con incredibile partecipazione interiore: ogni cosa investe in pieno i sensi di Soares. Ogni suono ogni colore, ogni odore: «nulla è fuori di lui...», verrebbe da dire... La costante di questo libro è la peregrinazione angosciosa, tra la meditazione, i sogni e il tedio. Difficile è però ripercorrere le pagine di questo libro, cercando di seguire una sua logica interna. Questo libro ha troppe facce: l'autore ne ha disegnate troppe; il lettore troppe ne può scorgere, accogliere o decidere di ignorare.

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Piero Canale
Recensioni: 5/5
Difficile consigliarlo

Il libro dell'inquietudine è il diario di Bernardo Soares, un contabile della Lisbona degli anni Trenta. L'autore del diario, che altro non è che un eteronimo di Fernando Pessoa, trascorre il suo tempo tra lo sterile lavoro, il sogno e la scrittura quasi maniacale delle pagine asfittiche, ostiche, soffocanti che compongono questo romanzo. Bernardo Soares non è un sognatore, quale l'idea romantica potrebbe suggerire. Infatti, il sogno di cui parla il contabile è l'unica esperienza reale di vita che gli sia permessa. Per Soares la vita è una complessa, e a volte insensata, oscillazione tra l'inazione e la mancanza di consapevolezza. Solo il sogno dà la vera prova dell'esistenza: «omnia fui, nihil expedit». Il diario si contorce, come viscere in preda a degli spasmi. Tra le pagine di pioggia e le pagine del caldo umido e asfissiante si insinuano profondamente le riflessioni sull'esistenza e sull'umanità, le massime sulla religione e sul secolo. Quella di Soares è una filosofia pratica, che si fa forte dell'esperienza non vissuta. Soares (o Pessoa?) scioglie momento per momento la sua esistenza - il diario risale agli ultimi anni di vita dello scrittore - la analizza con lo stesso metodo con cui si osserva la vita intorno, alla quale sembrerebbe totale il disinteresse, ma che tuttavia l'autore descrive con incredibile partecipazione interiore: ogni cosa investe in pieno i sensi di Soares. Ogni suono ogni colore, ogni odore: «nulla è fuori di lui...», verrebbe da dire... La costante di questo libro è la peregrinazione angosciosa, tra la meditazione, i sogni e il tedio. Difficile è però ripercorrere le pagine di questo libro, cercando di seguire una sua logica interna. Questo libro ha troppe facce: l'autore ne ha disegnate troppe; il lettore troppe ne può scorgere, accogliere o decidere di ignorare.

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Fernando Pessoa

1888, Lisbona

Il suo nome completo era Fernando António Nogueira Pessoa. Orfano di padre all’età di sette anni, dopo le seconde nozze della madre con il comandante Rosa, console di Portogallo a Durban, seguì la famiglia in Sudafrica. Studiò nell’università di Città del Capo. Nel 1905 fece ritorno a Lisbona, dove cominciò a lavorare come corrispondente commerciale. Conosceva l’inglese alla perfezione e in questa lingua scrisse poesie sin dai tredici anni. Nel 1908 cominciò a scrivere poesie in lingua portoghese. Svolse un’intensa attività culturale come animatore dei circoli letterari di Lisbona e attraverso le riviste che fondò e diresse. Esercitò così un’influenza decisiva per l’avvento...

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