Lesabéndio

Lo sforzo dell'autore (ben riuscito) è quello di costruire una intera società, un intero mondo, privo di umanità. Ossia immaginare la vita senza l'uomo, con dinamiche intelligenti e relazionali che sono completamente aliene a ciò che si considera umano. Tuttavia questa è solo una premessa, perché il vero discorso dell'intero testo è incentrato sul significato dell'arte in rapporto alla tecnica. Ogni personaggio del libro è caratterizzato dal desiderio di rendere più bello l'astro Pallas, e ognuno di questi lo fa a modo suo: chi predilige le forme geometriche, chi invece vuole decorare utilizzando la vegetazione... Oltre alla pluralità delle forme artistiche che entrano in conflitto o sono in armonia, vi è il confronto tra decorazione estetica ed arte che ha un significato. Il significato dell'arte è nella sua bellezza o in altro (in un simbolo che essa esprime)? Perché come sostiene l'autore, il vetro colorato consente il "miracolo" e permette di avere qualcosa di bello senza alcun significato simbolico. E in tutto questo dove si colloca la torre di Lesabéndio? La sua torre è senza dubbio un tentativo di sintetizzare entrambe le prospettive nella tecnica, e la tecnica come sintesi produce un qualcosa di inaspettato: la modifica dell'astro stesso! Per cui tutte le vicende di Lesabéndio nella costruzione della sua torre assieme alla caratterizzazione dei personaggi rendono questo romanzo un raro esemplare di allegoria cosmica, in cui tutti i significati vengono elevati sul piano cosmico con un radicale rifiuto di qualsiasi forma di esistenzialismo. Il libro coglie in maniera pregnante ed emblematica tutta la questione della tecnica ed è veramente molto bello da leggere sia per lo stile che la caratterizzazione così particolare dei personaggi sia psicologica che fisica, infatti anche la semplice descrizione fisica dei pallasiani e della loro vita quotidiana è molto ricca di spunti e di significato.