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Anno edizione: 2023
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Ho acquistato il libro allo scopo di informarmi sulla questione israelo-palestinese in seguito agli attacchi del 7 Ottobre. Inutile affermare quanto la sua lettura sia stata salvifica. J’accuse illustra e ripercorre gli avvenimenti precedenti e successivi all’attentato, interpretandoli e ricontestualizzandoli attraverso le norme del diritto internazionale. Penso sia uno strumento fondamentale per comprendere la natura del conflitto, andando al di là delle semplificazioni giornalistiche che rendono Hamas una sineddoche del popolo palestinese, e l'antisionismo sinonimo di istanze anti-ebraiche. L'unico “neo” riscontrato è relativo non tanto alla qualità contenuti, quanto alla distribuzione degli stessi all'interno dei diversi capitoli. Alcuni passaggi vengono ripetuti più volte in forma pressoché identica: immagino sia da attribuire all'impostazione stessa del libro che, essendo fondamentalmente a metà tra un’intervista e un saggio, riproduce alcune caratteristiche del linguaggio parlato. Tuttavia, data l'importanza complessiva degli argomenti trattati, può essere considerata una caratteristica positiva: per alcuni, le informazioni si potrebbero sedimentano con maggior facilità.
Paradossalmente il terrorismo in Palestina è stato portato dal gruppo paramilitare sionista di estrema destra Irgun Tzvai Leumi ancora nel lontano 1931. Oltre novant’anni dopo, a 80 anni dall’attentato all’Hotel King David, con Israele governato dall’estrema destra la nemesi del terrorismo di Hamas nutre ancora il clima di sopraffazione e violenza che forza con il terrore verso un esodo forzato o l’annientamento la stremata popolazione palestinese. Il testo di Francesca Albanese, profonda conoscitrice del diritto internazionale e relatrice ONU della politica israeliana sui territori occupati, è quello che meglio riesce ad affrontare con fatti e argomenti puntuali l’attuale situazione. Quest’ultima è spesso volutamente ignorata da governi e media occidentali per una scelta di campo geopolitica che è foriera di tragiche conseguenze.
In questo ottimo libro, l'autrice presenta un caso convincente e incontrovertibile sulla violenza storica e ininterrotta perpetrata dallo stato di Israele nei territori occupati. Violenza che si concretizza in ben documentate violazioni dei diritti umani e crimini di guerra perpetrati ininterrottamente per i passati 50 anni e più. Questo è il contesto in cui vanno interpretati i terribili eventi della fine del 2023 e inizio 2024 (e ancora in atto). Ovviamente, per queste posizioni, basate sui fatti, le leggi, e i più elementari principi morali ed etici, l'autrice è stata accusata di essere di parte. Ma spesso la realtà non sta nel mezzo; come si dice nei paesi anglosassoni, spesso "reality has a liberal bias" (tr: la realta è [o può spesso essere] di parte).
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