L' Italia tra le grandi potenze. Dalla seconda guerra mondiale alla guerra fredda

Raccolta di saggi sulle relazioni internazionali tra i governi italiani, durante la seconda guerra mondiale e nel periodo postbelllico, con gli alleati e con un focus sui rapporti tra il PCI e l'URSS. Molto denso ma estremamente esaustivo, affronta anche temi non sempre trattati nei manuali di storia contemporanea.

Dopo la seconda edizione di 'Una nazione allo sbando', dopo 'Togliatti e a Stalin' scritto a quattro mani con il marito Victor Zaslavsky, dopo l'accurata ricostruzione della vicenda di Cefalonia, il Mulino presenta l'ultima opera di Elena Aga Rossi. Si tratta in effetti di una raccolta di 17 saggi, già pubblicati nel tempo ed ora difficilmente reperibili, che rappresentano in certo qual modo la 'summa' del pensiero dell'Autrice sul periodo compreso tra la fine del secondo conflitto mondiale e gli inizi della cosiddetta guerra fredda, che diede una forte impronta all'Italia nel dopoguerra. "L'Italia tra le grandi potenze" - che, ancor meglio, si potrebbe intitolare 'L'Italia in balia delle grandi potenze' - mette in luce le influenze che sul nostro Paese, ormai sconfitto, ebbero le potenze uscite vittoriose dal conflitto, in primis Stati Uniti ed Unione Sovietica. Così - grazie ad una scrittura avvincente che si snoda nei vari capitoli senza soluzione di continuità - la Aga Rossi ripercorre il ruolo che l'Italia giocò suo malgrado al traino delle strategie internazionali dettate dalle due superpotenze: le divisioni insorte fra Alleati sul futuro italiano, i rapporti degli Americani con il governo Badoglio (e anche con la mafia e con la Resistenza), gli aiuti economici legati al Piano Marshall, la scelta di campo effettuata da De Gasperi, l'influenza sovietica sulla politica italiana, sul PCI e sullo stesso Togliatti, a capo di un partito chiamato contemporaneamente ad interpretare l'interesse nazionale e a tener conto delle indicazioni ricevute dal vertice sovietico, allora di matrice staliniana. Grazie al rigoroso approccio metodologico e alla certosina attività di ricerca condotta negli archivi, da ultimo in quelli russi recentemente aperti alla consultazione, la Aga Rossi ci ha così regalato una ricostruzione oggettiva, scevra da aprioristiche impostazioni ideologiche, di quel tormentato periodo della storia italiana.