Io venìa pien d'angoscia a rimirarti

Ho scoperto casualmente un romanzo non tanto lungo ma talmente denso da goderselo come se fosse lungo il doppio, leggero e divertente eppure istruttivo ma senza essere mai pedante e noioso: ciliegina sulla torta è ambientato nel 1813 ed essendo il resoconto di 3 mesi riportato da un fanciullo nel suo diario personale è scritto nella lingua italiana di quei tempi. E nonostante questo scorre che è una meraviglia. Alterna pagine di puro orrore ad altre di filologia di alto livello ma sinceramente non si sente troppo la differenza. Per non parlare del protagonista della storia, tale Tardegardo, di cui il fratello minore Orazio ci racconta le inquiete gesta, notissimo letterato giunto a noi però con il suo secondo nome che tutti credo abbiamo in qualche modo amato quando lo abbiamo studiato a scuola, almeno in una delle sue tante poesie studiate a memoria. Terminata l'ultima pagina si fa una faccia strana, poi viene spontaneo andarsi a rileggere biografia e bibliografia del famoso Poeta e scoprire che oltre tutto quanto vi ho già detto questo racconto lungo è un enorme gioco enigmistico in cui andare a ricercare i diversi indizi sparsi della poetica di Terdegardo e poi ridere di cuore perchè a me ha ricordato la medicina di lucreziana memoria che veniva sorbita con il miele sul bordo della tazza altrimenti il suo sapore amaro avrebbe reso impossibile goderne dei benefici. Mi piacerebbe potervi dire altro ma come Tardegardo ci ha tramandato "lingua mortal non dice quel ch'io sentìa in seno". Leggetelo. Fidatevi.