Il grande banchetto. La geopolitica del cibo, il futuro dell’alimentazione

Siamo per lo più avvezzi, nell’affrontare il tema dell’alimentazione, ad associarlo automaticamente a quello della salute e del benessere. Eppure una vera consapevolezza di ciò che finisce sulle nostre tavole e quindi nel nostro corpo dovrebbe passare per campi ben più ampi e diversificati e per orizzonti meno ideologici di quelli cui la letteratura e la politica mainstream ci limitano. “Il grande banchetto” di Antonio Picasso si propone proprio di ampliare i nostri orizzonti alimentari e scoprire vasi di Pandora che nel 2024 non si possono più ignorare, a costo di épater certi bourgeois benpensanti che fanno fatica ad andare oltre l’equazione sostenibilità = km 0. La geopolitica è la chiave di lettura principalmente utilizzata per lo scopo, ma non l’unica: storia, filosofia, demografia sono altrettanti strumenti nelle mani dell’autore che, fin dalle prime pagine, con una scrittura lineare e raffinata, si rivela un appassionato debunker di luoghi comuni. Per compiere questa operazione, Picasso si affida alla propria cultura poliedrica e a una notevole capacità di creare connessioni anche laddove a prima vista sembrerebbero non esserci. Senza mai rinunciare alla scientificità dei dati e dei ragionamenti, caratteristica fondamentale di questo lavoro, soprattutto in un contesto culturale che il più delle volte privilegia l’ideologia e i ragionamenti a tesi. Una lettura quindi sicuramente consigliata a un pubblico vasto e variegato, a patto che sia disponibile a sdemonizzare olio di palma e carne coltivata, in favore di un concetto di sostenibilità meno scontato.