Fratelli guerrieri

Ho sentito in radio un editoriale relativo al libro. Era riportata la prima parte del libro dove viene narrato il massacro di Dizzengof. Il passo più bello e toccante del libro. Letto in tre giorni e trasportato da una dinamica veloce senza "periodi morti". Cohen ci narra della sua esperienza in modo chiaro e pulito. Non si addentra in specificazioni tecniche ma, piuttosto, si concentra sulla sua esperienza militare ed umana. E' una biografia che ci permette di comprendere quanto la dedizione, il lavoro e la forza interiore possono permetterci di raggiungere i risultati desiderati. libro libro.

Il pregio principale del libro è consentire uno sguardo ( giusto un sguardo....)su un reparto poco trattato delle IDF rispetto ai piu' noti parà,carristi ecc ecc. Si rimane pero' in superficie : se questo è comprensibile dal lato operativo/militare, lo è meno per il tratteggio psicologico di protagonista e comprimari, appena abbozzato. Si rivela così l'inconsistenza globale dell'opera, per la quale bastava un reportage giornalistico. Peccato, l'argomento meritava di piu'.

Migliore di tante opere "embedded" di stampo americano (per non parlare di alcuni orribili esempi sul versante britannico), permette di dare un'occhiata all'interno delle forze speciali israeliane. Non vi aspettate però un giallo fuoco e fiamme. Metà del libro è dedicato al percorso di avvicinamento e all'addestramento (in stile Full Metal Jacket)mentre la seconda parte, che dovrebbe essere piu' interessante è troppo avara di dettagli tecnici (per ovvi motivi di riservatezza). Colpisce alla fine l'aspettativa spasmodica dell'autore per la fine della naja (come per un coscritto qualsiasi e non per un rambo invincibile). Alla fine le ultime pagine del libro rivelano forse lo scopo reale: il megaspot per l'agenzia di security poi fondata negli USA. Da leggere solo se siete appassionati del genere.