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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il libro è strutturato in tre racconti intitolati rispettivamente “Cattivi romantici“, “L’internauta” e “La notte in cui spuntò la luna dal monte“; diversi e lontani tra loro ma ovviamente legati dalla prosa pungente di Bonaffini. Non ho personalmente un racconto preferito tra i tre perchè sono così diversi nei temi trattati che non riesco facilmente a paragonarli. Nel primo, assistiamo all’incontro tra due vecchi amici che si ritrovano a passare insieme la notte prima del funerale di un loro terzo amico ricordando i vecchi tempi della gioventù, tra la scuola, l’impegno politico, le donne e le strade che inevitabilmente si sono divise. E’ un racconto a tratti cinico ma allo stesso tempo molto vero. I personaggi però non sono poi così apprezzabili. E’ il ritratto di una società assente e poco attiva in quella che si è rivelata un’epoca di grossi cambiamenti sociali in Italia. Forse non sono riuscita ad apprezzarlo del tutto perchè troppo lontana dalla situazione sociale degli anni che vengono raccontati (le vicende si snodano dagli anni ’70 agli anni ’90). Il secondo racconto invece l’ho trovato surreale ma anche questo tristemente veritiero. Assistiamo in questo caso alla “morte” del computer di un mago del web, legatissimo al suo pc che costretto dalla sua rottura a fare altro decide di uscire dal bunker che si era creato intorno. In questo comprende che non è necessario stare davanti ad uno schermo per viaggiare, per sognare. Il terzo e ultimo racconto è invece autobiografico perchè narra la nascita di una canzone, scritta proprio dall’autore e cantata invece da Pierangelo Bertoli, intitolata proprio “Spunta la luna dal monte”. Tutti e tra i racconti hanno in comune, oltre alla penna dello stesso autore, il tempo. Gli avvenimenti raccontati infatti si svolgono tutti in un lasso di tempo relativamente breve, basta un giorno al primo e all’ultimo e soltanto un pomeriggio alla seconda storia. Insomma un trittico notevole quello rappresentato da “Eterni secondi”
Recensioni
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Stavo male, molto male. Mi sentivo la pelle bollente e la testa in balla. Il capolinea, la fine, il miglio verde, dead man walking. Poi, come accade nelle favole, ecco l'eroe: il grande SER.D. Per chi non lo sapesse, SER.D. è un gioioso acronimo che significa Servizio Dipendenze, è pubblico e a disposizione di persone affette da patologie assai sofisticate. Speravo si trattasse di alcolismo, droga, ludo patia, sessuomania o di qualche fragilità assoggettata ai poteri manipolatori del Grande Fratello o del Piccolo Principe! Invece no. Dopo oltre trent'anni di nomadismo letterario e musicale, indispettendo spesso intellettuali e operatori culturali d'alto lignaggio, i medici e gli psicologi della struttura locale hanno trovato la soluzione: farmi scrivere un romanzo non breve.
Ironico e autoironico, virtuosista delle parole e argento olimpico in voli pindarici – per non interrompere la sua metafora più cara, quella degli eterni secondi – Luca Bonaffini introduce la sua ultima opera letteraria come uno dei suo dischi: un dato di fatto, più di cronaca nera, a metà fra il 'era necessario' e il 'mi hanno costretto'.
Ma non lasciatevi ingannare: nessuna delle sue parole è scelta a caso.
Cantautore mantovano con trent'anni d'esperienza, 10 dischi, e una collaborazione con Pierangelo Bertoli dei tempi d'oro, Luca è un autore eclettico, perennemente irrequieto e, per sua definizione, "eterno secondo". Come scrittore viene "preso in carico" da Dario Bellini, della Gilgamesh edizioni, "quell'editore integerrimo, spietato nei giudizi e dotato di un inconsueto (almeno nei tempi correnti) senso critico" grazie a cui oggi pubblica il suo romanzo d'esordio il cui casus belli è proprio la sua dichiarata insanità mentale.
Prende così vita un trittico di racconti brevi, tra voli pindarici e cronaca grigia, discese ad inferos e autobiografia.
Il primo, "Cattivi Romantici", è una riflessione sociale di una generazione degenere, quella degli anni '70/'80, che prende il la dal ritrovo di due vecchi amici in eterna contrapposizione e riuniti dalla morte di un comune amico. Dallo spunto in stile "Chiedimi se son felice" di Aldo Giovanni e Giacomo" nasce un ritratto fra tenero e l'impietoso di due anime bloccate ai tempi d'oro del marxismo e del nichilismo.
"L'internauta" è un involontario viaggio fra realtà e fate morgane di un web manager il cui computer compie un inaspettato suicidio; costretto a sopravvivere a un non richiesto detox tecnologico affronterà una discesa ad inferos che cambierà la sua prospettiva di vita.
"La notte che spuntò la luna dal monte", il più autobiografico dei tre, raccoglie una perla: il racconto di quando, dalle 21 del 6 gennaio 1991 alle 5 del giorno successivo, nacque la canzone che Pierangelo Bertoli portò a San Remo. Un momento mistico, svelato in tutta la sua umanità, anche quella più impietosa: ""Allora? Trovata l'ispirazione?" "No. Ho pisciato e basta." Raffinatissimo. Piazzato con le possenti braccia sul tavolone dello studio, traccia alcuni disegni orribili, pensando. E quando pensa c'è da tremare. "Sai Luca... stavo pensando". Ecco, appunto. "Quando ero bambino... " Porca zia. Si parte da lontano, questa volta, e il 7 gennaio è tra un'ora."
Breve ma intenso, come da proverbio, il romanzo riesce ad essere leggero senza scadere mai nel superficiale. Lo stile è scorrevole, ritmato come il testo di una canzone, di cui riprende gli 'a capo' frequenti e le frasi brevi, come versi, o i paragrafi staccati l'uno dall'altro, come strofe. La sensibilità di cantautore è evidente nella musicalità del testo, quella di artista, nella scelta dei vocaboli, nelle continue metafore e giochi di parole. Il complesso regala una narrazione fluida, punteggiata di pensieri, battute fra il serio e il faceto e lirismo drammatico in una miscela in grado di farsi seguire senza annoiare.
Il romanzo d'esordio di Luca Bonaffini è un piccolo gioiello confezionato per raccontare e raccontarsi senza la pretesa di piacere, come nel suo stile, forse anzi con la voglia di suscitare emozioni contrastanti. Momenti congelati nel tempo (secondi eterni) per una Storia fatta di non eroi (eterni secondi).
Recensione di Marta Pianori
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