L'eredità dello sciamano

Assolutamente non un granché. Peccato, perché i primi due libri della saga meritano.

E’ il terzo della trilogia sulla famiglia Cole, il primo ambientato nel medioevo (1021), il secondo a metà dell’ottocento e questo quasi ai giorni nostri, primi anni ’90, epoca dell’elezione di Bill Clinton. Qui è Roberta Cole, medico di Boston, di 40 anni, che ha ereditato il sesto senso dei Cole che permette, stringendo le mani dei pazienti, di prevederne la vita o la morte. Lei è altruista, dedicata, competente e impegnata a livello sociale, per cui non esita a praticare aborti terapeutici nelle cliniche accreditate, per aiutare donne che non avrebbero altre vie. Per la feroce contestazione degli anti-abortisti, e per i seri pericoli alla sua vita, abbandona la carriera ospedaliera a Boston e va a vivere come medico condotto tra le colline di povere zone rurali del Massachusetts, dove pure si dedica con altruismo e abnegazione alla cura di pazienti che raramente sono in grado di pagarle un onorario. Questo terzo tomo ha valenze positive, quali la denuncia della piaga del sistema sanitario USA, basato su medicina privata e mancanza di un serio piano di assistenza pubblica, che all’epoca (e oggi) lasciava almeno 37 milioni di cittadini privi di assicurazione medica. E c’è anche una forte denuncia del sistema capitalistico, che non esita ad abbandonare nella miseria chi non ha mezzi di sussistenza o non riesce a sbarcare il lunario con il proprio lavoro (qui i piccoli agricoltori). Ma ha anche notevoli aspetti negativi, in primo luogo la trama ben poco avvincente e l’insistere, in tutti i suoi romanzi, su protagonisti medici, nonché sui riti, ripetuti quasi ossessivamente, degli ebrei ortodossi, spiegati in ogni piccolo dettaglio, quasi a voler fare proseliti. E’ quasi un copia e incolla che si trascina dietro in ogni romanzo. Senza dimenticare l’ossessione per le persecuzioni degli ebrei, vere fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Oggi però bisognerebbe chiedere al popolo palestinese, perseguitato e oppresso, cosa pensi della bontà dello stato sionista.

Assolutamente inferiore ai primi due della saga dei Cole (medicus e lo sciamano) vicende messe insieme un pò a caso, trama noiosa, storia raccontata in modo sbrigativo, personaggi senza spessore anzi a volte pure un pò antipatici (una su tutte proprio la protagonista del libro, la dr.sa cole) sembra che gordon abbia voluto a tutti i costi finire la saga senza però avere il materiale e le idee per farlo. Chi inizia la trilogia può tranquillamente fermarsi al secondo romanzo.