Epepe

Nonostante all’inizio parta benissimo si perde un po’ verso la fine, finale abbastanza inconcludente… Dopo tutto molto bello comunque

Già dalla prefazione di questo romanzo, scritta da Carrère, ho intuito che sarei stata catapultata in un mondo nascosto tra le pieghe della realtà. Secondo lo scrittore francese "il romanzo di Karinthy rientra nella narrativa pura, ammesso che una cosa simile esista: narrativa da orologiaio, ludica, chiusa sul proprio risultato". 🖋 È la storia di un uomo, linguista di professione che padroneggia decine di lingue e dotato di eccezionale facoltà di analisi, che si ritrova in un paese di cui non capisce la lingua. Il lettore vive giorno per giorno accanto al protagonista il tentativo di sopravvivenza in quelle condizioni. Epepe è il romanzo piú surreale che abbia mai letto

Avevo alte aspettative per questo libro ma in realtà si è rivelata una lettura molto deludente. Reputo l'idea di fondo davvero ottima e geniale, pensare ad un linguista incapace di comunicare in un luogo non ben decifrato in cui nessun idioma da lui conosciuto viene compreso, ma la realizzazione dell'opera mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Descrizioni eccessivamente lunghe e molto dispersive, forse in parte per far comprendere il senso di smarrimento del protagonista, uno stile quasi barocco che non mi ha lasciato grandi cose. Mi è sembrato un libro senza un fine e che cerca di risollevarsi verso la fine ma forse in modo troppo affrettato e poco chiaro al lettore.