Diario di Matteuccia

Todi, anno Domini 1428. Con l'accusa di stregoneria viene condannata al rogo Matteuccia di Francesco, dedita, secondo i pretestuosi atti del processo, a malefici e pratiche diaboliche di vario genere. Ma chi era costei? Anzitutto, un personaggio realmente esistito di cui rimane ignota la data di nascita, mentre è certa quella della morte (20 marzo 1428). Il suo è stato un volto tra i tanti di quella infinita moltitudine di donne dimenticate dalla Storia che dell'altra metà del cielo ha conservato traccia – come sottolinea l'autrice nella sua prefazione – preferibilmente nel caso di regine, sante e mogli di uomini potenti. Un originale ed emozionante romanzo, questo di Barbara Cucini, la quale, attraverso pagine basate su un'accurata ricerca storica, dà voce e dignità a una donna che, come all'epoca tutte quelle a conoscenza delle proprietà delle erbe e di cure mediche, non poteva non essere additata come strega e, pertanto, bruciata viva. Tuttavia, nel suo caso vi è qualcosa di più a condannarla al rogo: sullo sfondo della vicenda narrata, infatti, non mancano intrighi e lotte per il potere nell'ambito di un contesto politico instabile in cui la stessa Matteuccia, acculturata e volutamente al di fuori dei misogini schemi sociali, dà in un certo qual modo fastidio a qualcuno poiché legata all'entourage di un condottiero del tempo noto come Braccio da Montone, anch'egli realmente vissuto e morto in battaglia circa un paio d'anni prima del processo alla “strega”. Anche lui trova spazio in queste pagine, così come altri personaggi, tra cui Maestro Isaac, che, seppur di fantasia, traggono credibilità da fatti a cui la Storia consente di appigliarsi. Nel complesso, complice una scrittura coinvolgente e a tratti particolarmente introspettiva, emerge il ritratto di una donna molto affascinante che, nonostante tutto, non piega la propria fierezza nemmeno sul carro del boia, mentre si compie l'atroce e assurdo destino condiviso da chissà quante vittime di quel tempo lontano.