Dall'ipertesto al Web. Storia culturale dell'informatica

decisamente non una lettura leggera ma comunque estremamente interessante

Bel libro. Cercavo proprio qualcosa di questo genere riguardo la storia del computer del web e dei suoi maggiori protagonisti e ora lo leggo per un esame di " tecnologia dell' informazione". Lo consiglio a chiunque voglia leggere qualcosa di interessante. Lo consiglio per la spettanza e le note bibliografiche. Lo consiglio per quel tot di titoli che ci si può appuntare in vista di future letture. "Potrebbe essere un romanzo" mi sono detto leggendolo e lo è quasi. Cinque capitoli che ripercorrono la storia dell' ipertesto a ritroso da Berners Lee a Ted Nelson passando per la guerra fredda, Vannevar Bush e chi ha inventato finestre e mouse Douglas Engelbart fino alla diffusione di un ipertesto "per tutti" attraverso il cd rom e il web.

Nell'immaginario comune Internet è solitamente privo di storia e cultura; che sia considerato strumento ludico o fonte informativa, viene percepito come oggetto di consumo del "qui" e "ora". Ma come tutte, e forse più di tutte, le espressioni della contemporaneità, la Rete ha un retroterra denso di eventi e personalità incisive. Nel libro Dall'ipertesto al web Paola Castellucci ne racconta le tappe, ma anche i risvolti inediti, ricostruendo le vicende intellettuali dei padri, il clima in cui si sviluppa la ricerca scientifica e matura la dimensione "politica" della rete, la storia culturale, in sostanza, che ne accompagna lo sviluppo dagli anni della Guerra Fredda fino al suo affermarsi come fenomeno di massa. Tuttavia lo sguardo si sofferma anche sul presente, valutandone le possibili evoluzioni. La scelta metodologica si muove fra indagine storica e analisi delle fonti, in un'ottica che richiama gli "studi culturali" nell'attenzione ai fenomeni della quotidianità e mantiene fede, contemporaneamente, alla lezione di Paolo Bisogno, il cui contributo ha sempre evidenziato l'originaria matrice "politica" della disciplina documentaria, già implicita nell'operato di Henri La Fontaine e Paul Otlet. (Cinzia Mescolini)