Cronaca familiare

Capolavoro d'amore fraterno come pochissimi nella narrativa italiana dello scorso secolo, ritratto umano di sconcertante tenerezza e malinconia su uno sfondo fiorentino che è pura pienezza poetica, con descrizioni di vie e di botteghe sfiorate da una mestizia incantevole che anche il film di Zurlini ha saputo riprodurre senza mezza sbavatura e nel tratto mirabilmente perfetto dei pennelli di Rosai. "Il vero amore è dei poveri" scrive l'autore, leggendo in una verità sicura e assoluta il sentimento più alto e sano dentro una certa condizione sociale, meno vezzoso e artificiale, più vicino alla cruda essenzialità dei fatti, al sopravvivere, al calore degno di bastare e farsi eterno. Impeccabile magnifico libro.

Un romanzo-diario autobiografico, intimo, malinconico, che trasuda amore fraterno, oltre che un immenso affetto verso la nonna che ha fatto, fino alla fine die suoi giorni, da trade-union tra Vasco e Dante/Ferruccio. Le pagine di Pratolini sono state scritte di impulso nel dicembre del 1945 a seguito della morte di Dante/Ferruccio: un dolore grande che doveva essere esorcizzato; due vite spezzate che dovevano essere "ricomposte".