Il caso Saint-Fiacre

Al dipartimento di polizia di Parigi giunge un biglietto, letto dal commissario Maigret. Vi è scritto: “v’informo che nella chiesa di Saint-Fiacre, durante la prima messa del giorno dei Morti, sarà commesso un delitto-“. Va notato che Saint-Fiacre, il piccolo borgo disperso nella campagna francese, era il paese natale di Maigret. Il commissario decide di occuparsi personalmente del caso e non esita a lasciare Parigi, giungendo in una chiesa semivuota, all’alba di un grigio giorno d’inverno. Aspetta che l’enigmatica profezia del foglietto di carta si avveri e che il lento dialogo per salmi e cantilene tra il parroco e i fedeli, e perfino il denso fluire dell’incenso, lascino il posto al delitto. Ma cosa succeda in quel luogo lo scopriremo lentamente a mano a mano che la trama si sviluppa e gli eventi vengono a galla. “L’affaire Saint-Fiacre” dissemina centellinando gli indizi, sino alla conclusione finale, liberatoria, che svela gli intrighi disseminati nel racconto. Al solito, Simenon non si smentisce e questo racconto sarà usato dal regista Jean Delannoy per girare un film con protagonista il commissario Maigret, interpretato da Jean Gabin, famoso attore del cinema realista francese. Va notato che Saint-Fiacre-sur-Maine denota anche un comune francese situato nel dipartimento della Loira Atlantica nella regione dei Paesi della Loira.

Un Simenon in grande forma per un Maigret che torna nei luoghi della sua infanzia e sembra che niente sia cambiato, quando, come sempre accade, tutto è cambiato. .Nel romanzo si respira quest'aria decadente e malinconica e Maigret sembra più uno spettatore che un protagonista. Molto bello il finale stile Poirot, con i protagonisti riuniti a cena nel castello di Saint-Fiacre.

Trama e intrigo molto ben tessuti, per quanto lo stile renda la lettura difficile: la gran parte dei dialoghi (e sono moltissimi) si sospendono a metà frase con i tre puntini, costringendo il lettore a indovinare che cosa stesse intendendo il personaggio; punti esclamativi ovunque e dialoghi spezzati senza motivo con il segno <<, rendono il tutto poco scorrevole. I personaggi sono pochi ma visto che ognuno è definito in più modi, si stenta a mantenere il filo. Un bel libro, peccato per la scrittura.