La casa degli spiriti

«A mia madre, a mia nonna e alle altre straordinarie donne di questa storia.» “La casa degli spiriti” è il primo romanzo di Isabel Allende, pubblicato nel 1982; è una saga familiare ambientata in Cile, che racconta le vicende della famiglia Trueba-del Valle durante svariati decenni del 1900, dagli anni ‘10 fino al 1973, anno del golpe militare del generale Pinochet, che portò al rovesciamento del governo, alla deposizione e alla morte del Presidente Salvador Allende e all’instaurazione di una dittatura. Nel romanzo, questa componente storica è particolarmente importante: inizialmente fa solo da sfondo alle varie vicende familiari, per poi diventare via via più presente negli ultimi capitoli, ambientati nel secondo dopoguerra; l’autrice si riferisce spesso sia ad Allende che a Pinochet, pur non nominandoli mai esplicitamente. Due caratteristiche fondamentali del romanzo (ma anche della penna di Isabel Allende) sono il realismo magico, che vediamo nelle abilità di Clara del Valle, e la presenza di protagoniste femminili forti, in grado di condurre la narrazione al pari, o forse anche di più dei personaggi maschili.

La saga di una famiglia dal capostipite ai discendenti tesa a tracciare un affresco della cultura e della politica cilena del nostro secolo. Al di là dei commenti sulla storia in sè che rallenta in maniera percettibile man mano che si procede nella lettura fino a trascinarsi in uno stanco finale, ho trovato le analogie con "Cent'anni di solitudine" veramente troppo marcate. In sostanza proprio nulla di diverso dal capolavoro di Garcia Marquez con in più il difetto, a mio parere, di non riuscire a rivaleggiare con il predecessore sotto nessun aspetto.

Saga familiare e realismo magico. Veramente bellissimo