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Il cane che andava per mare e altri eccentrici siciliani
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Il cane che andava per mare e altri eccentrici siciliani - Stefano Malatesta - copertina
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cane che andava per mare e altri eccentrici siciliani

Descrizione


Gli italiani, nel corso dei secoli, sono stati definiti attraverso una moltitudine di luoghi comuni: geniali, cinici, estroversi, superstiziosi e così via. A nessuno è mai venuto in mente di definirli eccentrici. Gli unici eccentrici italiani, sostiene Stefano Malatesta, sono i siciliani. Le storie narrate in questo libro toccano, appunto, la "corda pazza", come diceva Luigi Pirandello, dei siciliani. Sono ventinove storie di varia natura e lunghezza che riguardano gli umani, tutti siciliani, con le eccezioni di tre forestieri: uno psicologo-mulattiere tedesco, un famoso scrittore inglese dell'Ottocento e un arciduca d'Asburgo, che si sono meritati la corda pazza ad honorem.
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Dettagli

3
2006
Tascabile
10 maggio 2002
204 p., ill. , Brossura
9788873058656

Valutazioni e recensioni

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Luis
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"Il cane che andava per mare e altri eccentrici siciliani" è un libro che vaga tra la storia e la narrativa, a volte immaginativa, di un grande scrittore di viaggi. In questo piccolo quadro sull'eccentricità siciliana, si vedono scorrere, piacevolmente, 27 storie che sottolineano questa capacità intrinseca che ogni siciliano ha, ma che solo pochi riescono a esprimere, anzi, oserei dire, non sopprimere. Il risultato di quest'opera è una gradevole lettura per gli appassionati di quella terra, tanto vicina quanto lontana, e tanto desiderata quanto apprezzata, che è la SICILIA. Particolare è il fatto che questo leggero ritratto della pazza sicilianità, venga fatto, non da un siciliano DOC, ma da "un uomo del continente". Paradosso comprensibile, considerando il fatto che, un tipico siciliano, essendo all'interno di questa "pazzia" ed essendone in qualche maniera "assuefatto", non sarebbe mai riuscito a scorgere tutte quelle sfumature che ha colto Stefano Malatesta, dimostrando al pubblico la sua essenza di viaggiatore. Non resta altro che complimentarsi con l'autore, per averci regalato questa piacevole summa di quella che lui definisce l'"eccentricità" di (noi) siciliani.

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fazz
Recensioni: 3/5

effettivamente si sente il profumo di Sicilia; in certi racconti però sembra che l'autore tiri un po' in lungo per avere un pezzo più "corposo" nel complesso buono

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Ernesto
Recensioni: 2/5

Deludente. Malatesta tenta a tutti i costi di cavar sangue dalle rape e di rendero bozzettistico ogni cosa. E nello strafare i racconti diventano caricature di se stessi. Così la Sicilia prde quell'equilibrio instabile che le è proprio e diventa materia per esercizi di stile poco riusciti.

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La recensione di IBS

Gli italiani non hanno mai avuto fama di essere stravaganti. Nel corso dei secoli sono stati definiti attraverso una moltitudine di luoghi comuni: geniali, cinici, opportunisti, estroversi, superstiziosi e così via. A nessuno è mai venuto in mente di definirli eccentrici. Gli unici eccentrici italiani, sostiene Stefano Malatesta, sono i siciliani. Le storie narrate in questo libro toccano, appunto, la "corda pazza", come diceva Luigi Pirandello, dei siciliani. Sono ventinove storie di varia natura e lunghezza e la prima parla di un cane marinaio e viaggiatore. Le altre riguardano gli umani, tutti siciliani, con le eccezioni di tre forestieri: uno psicologo-mulattiere tedesco, un famoso scrittore inglese dell'Ottocento e un arciduca d'Asburgo, che si sono meritati la corda pazza ad honorem. Tra baroni veri e falsi, poeti-pecorai, principesse, duchi gastronomi, maghi neri e sciamani, il risultato è uno straordinario, assolutamente anomalo ritratto della Sicilia, che Malatesta ha scritto nella sua casa siciliana, fortunosamente arrivatagli da un eccentrico.

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Conosci l'autore

Stefano Malatesta

1940, Roma

Si è laureato in scienze politiche a Roma, città nella quale è nato. Ha cominciato a viaggiare ancora molto giovane, e da allora non ha mai smesso. È stato, nel corso di una vita ricchissima di avvenimenti, viceamministratore di una piantagione di tè alle Seychelles (quando ancora queste isole erano una colonia inglese), documentarista di animali, cronista di nera, inviato di guerra. Per «La Repubblica» ha scritto critiche d’arte, recensioni di libri e commenti e soprattutto racconti di viaggio sempre sulle tracce di qualcosa o di qualcuno, riprendendo una certa tradizione del recit de voyage quasi scomparsa nei giornali italiani e oggi fin troppo praticata. Oltre alle prime guide alla natura in Italia, ha scritto L’armata Caltagirone,...

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