Il cammino di Santiago

"Il Cammino di Santiago" di Coelho è il cammino delle persone comuni, quello che compiamo tutti alla ricerca della nostra felicità. Gli strumenti che ci vengono donati lungo il cammino devono aiutarci nel Buon Combattimento e ad arrivare al nostro obiettivo. E' il libro di Coelho più controverso e difficile che ho letto. Consiglio la lettura a chi, come me, è in cammino e deve capire qual è la propria strada, alla ricerca della propria felicità.

Le due stelle sono abbondanti, date più al nome che al libro...lento, noioso, inzuppato di sincretismo che spero nessuno scambi per cristianesimo...ho difficoltà ad inquadrare il genere cercando di individuare a chi possa interessare...

È uno dei cammini che portano alla conoscenza di Dio; in questo caso Coelho, non essendo cristiano, ma provenendo da un’esperienza spirituale esoterica, è giunto attraverso il cammino di Santiago a conoscere Gesù, l’Agnello di Dio, a capire il messaggio del nostro Dio Risorto: Gesù aveva aperto una via per diventare dei, mostrandoci i miracoli che anche noi, essendo figli dell’uomo, potevamo iniziare a compiere accogliendo lo “straordinario” come parte della realtà. Gesù, l’Agnello, ci invita ad essere “straordinari”, fuori dell’ordinario, a svelare e mostrare il nostro potere di compiere miracoli se solo crediamo che sia possibile e lasciamo fluire il suo Spirito attraverso il nostro corpo. “Tornavo a credere nei miracoli e nelle cose impossibili che l’uomo è capace di compiere nella vita quotidiana. Le alte vette intorno sembravano offrire la testimonianza che erano lì solo per sfidare l’uomo. E che l’uomo esisteva soltanto per accettare l’onore di quella sfida.” In ciascuno di noi Dio ha riposto un seme (dono). È questo seme che dobbiamo far crescere in noi: “il Potere (Dio) poteva tornare in vita in tutti gli uomini che avrebbero trasformato la propria esistenza in un Buon Combattimento (…) con il risveglio, in ogni essere umano, del Dio addormentato con tutto il suo Potere”. Questo è credere nel Dio Risorto. La spada simboleggia la propria e personale arma, in molti casi l’arma migliore di cui disponiamo è la parola: lingua che può essere tagliente come una spada o leccare le proprie ferite. Quindi la mia spada è la mia parola. Il Maestro redarguisce Coelho dicendogli:” che la tua spada non rimanga mai troppo a lungo nel fodero, perché arrugginirebbe. Quando essa uscirà dal fodero, che non vi ritorni senza aver fatto del Bene, aperto un Cammino, o bevuto il sangue di un Nemico”. È un invito a come usare le parole. La spada può essere una penna o la tastiera di uno schermo, e sappiamo che uso malvagio possiamo farne… Nota: il volto di RAM è la Vergine Maria.