Berlino 1936. Quei sedici giorni d'agosto

Suggestiva ricostruzione dei Giochi Olimpici del 1936, attraverso le esperienze delle persone che vissero quei sedici giorni d'agosto. Un caleidoscopio di esperienze che ruotano intorno all'Olympiastadion, sede delle competizioni. Un evento sportivo che, in controluce, si rivela un enorme macchina propagandistica con fini che vanno ben al di là dello sport. La maestosità e la ricchezza dell'evento servono a lanciare un messaggio chiaro: la Germania è una potenza, capace di grande organizzazione e di grande efficienza. Pochi diplomatici ed osservatori, con intuito sottile, capiranno che è un messaggio che veicola tutta una serie di pericoli per il prossimo futuro. Non basterà lo schiaffo morale che Jesse Owens darà, con il peso delle sue quattro medaglie d'oro, a mettere in ombra questo sfarzo geopolitico. Hilmes fa un grande lavoro di indagine storica, riportando alla luce personaggi ormai dimenticati, da personalità dello spettacolo a misconosciuti politici di secondo piano. Tuttavia, l'unica pecca è proprio la grande quantità di informazioni, che a volte sembrano condurre solo in vicoli ciechi, contribuendo al dubbio che, fin dall'inizio, avvolge il libro: è un saggio? un romanzo? un dossier? una denuncia? Ma non importa poi tanto, visto che la lettura è assai piacevole quanto stimolante.

16 giorni di Olimpiade, 16 storie che ce la fanno vivere come fosse in presa diretta. Grande opera di un autore che non conoscevo affatto. Sarebbe bello leggere altri suoi libri, ma non si trova altro (se non in lingua tedesca.) Il libro vale pienamente i 26 euro del prezzo di copertina.