Appartamento a Istanbul

La protagonista è una tedesca che vive a Istanbul, città chiassosa e caotica, in cui però risulta essersi pienamente integrata vista la velocità con cui scorrazza per le strade affollate e la disinvoltura con cui si fa coinvolgere nelle molteplici storie che sono il tessuto sociale di una comunità così variegata e cosmopolita. Non è comunque ben chiaro l'intento dell'autrice che tratteggia una personaggio ai limiti dell'antipatia, a cui si perdonano a fatica atteggiamenti a dir poco discutibili e il cui coinvolgimento in prima persona nella serie di delitti che si perpetrano nel mondo degli affari e della politica non ha molte giustificazioni logiche. Un libro che si dimentica appena finito di leggere l'ultima pagina.

Kati Hirschel, libraia tedesca trapiantata a Istanbul, è alla ricerca di un appartamento in vendita. Litiga con l’inquilino della casa che intende comprare, e quando questi è trovato ucciso con un colpo di pistola, lei è sospettata. Osman Karaka era un uomo potente e temuto, gestore di lucrosi parcheggi in centro. Kati vuole scoprire l’assassino x discolparsi, e inizia a indagare fra le conoscenti della vittima. Purtroppo, con discorsi di solo gossip. Pochi giorni dopo, nel quartiere un’anziana inferma è brutalmente uccisa a coltellate. La polizia pensa a una rapina ma la libraia è di parere diverso. Kati è una donna nevrotica, iperattiva e aggressiva: ha torto quando litiga con il fidanzato Selim e con Karaka. Elargisce giudizi che vorrebbero essere spiritosi, ma sono solo sarcastici e arroganti, su tutti i suoi conoscenti: i turchi sono per lei gli strani abitanti di un pianeta alieno su cui è approdata x caso, e non fanno altro che bere tè, fumare e parlare della crisi economica. Kati è la caricatura di una femminista stravagante e isterica, trasformata in macchietta da avanspettacolo. Sembra di leggere il copione di una scenetta fra Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Forse Esmahan Aykol trae ispirazione dai personaggi femminili di Agatha Christie, le improbabili investigatrici dilettanti dei primi romanzi di spionaggio, ma non possiede l’ironia leggera della regina dei gialli britannici. Le indagini non sono poco credibili, sono surreali. Kati è un personaggio insopportabile, spero solo si decida a prendere quel Prozac suggerito dalle amiche. L’idea di rivolgersi in prima persona ai lettori è fastidiosa; non è nemmeno un racconto leggero da ombrellone, perché è di una stupidità irritante, scritto come il diario di un’adolescente. La parte più interessante del libro è forse la descrizione degli usi turchi, ammesso che anche questi non siano enfatizzati dall’autrice. Una cosa è certa: non leggerò mai un altro libro di Esmahan Aykol. Uno è già troppo.

Il personaggio femminile, libraia di gialli nella Istambul moderna e' a dir poco insopportabile. Forse essendo un uomo ho perso le mille sfaccettature di un caratteraccio femminile, ma devo dire che il libro, aldilà dell'eroina schizofrenica e presuntuosetta è molto noioso. Nozionistico e noioso. Voto 1 nonostante le aspettative elevate sull'autrice.