A ovest di Roma

Discreto

Il primo dei due racconti 'Il mio cane Stupido' che questo titolo contiene, credo sia stato scritto in piena maturità, o almeno così mi è venuto da pensare, perché mi ha dato un gusto diverso rispetto al secondo 'Orgia' e alla parimenti apprezzata serie Bandini dal realismo sporco e acerbo, che denuciavano forse una minor destrezza letteraria. «Si alzò e si sfilò l'accappatoio. Zap! Aveva una giarrettiera sopra a degli slip neri, elastici, con una frangia gialla e delle rose gialle in rilievo. La fascia intorno alla vita era di seta nera punteggiata di altre rose. E calze nere. - Santa madre di Dio! - dissi. Si allontanò da me per andare a chiudere la porta a chiave e io rimasi a guardare l'ondulare del suo dolce culo e mi sentii come una chitarra pizzicata. Il dolore dell'ulcera era scomparso.» Quindi, abbandonanta per una volta la consueta immedesimazione narrativa 'fantesca' con la figura del figlio, questo ritratto di uomo/marito/padre in crisi attaccato da tutti i fronti della vita ma esente da vittimismi e patetismi, mi ha convinto parecchio. 'Per amare bisogna capire' dice Fante stesso, e io amo questi uomini perché capisco il loro agire quando le acque si fanno tempestose, ed è proprio questo il modo lucido e 'malincomico' senza appannamenti melodrammatici, sarcastico ma sincero e onesto, in cui mi piace veder rappresentati i disastri relazionali nelle loro ordinarie esistenze.

Un libro meraviglioso. Da leggere assolutamente!