The Atlas Six. Ediz. italiana

Una trama piena di potenziale; un libro decisamente sopravvalutato, che non mi ha convinta del tutto. Ho faticato a terminare the Atlas Six, un libro presentato come un capolavoro per gli amanti dell'estetica Dark Academia e del Fantasy Academy. Tuttavia, non bastano sei maghi talentuosi, una Società Alessandrina segreta, dinamiche di potere e tradimento per costruire una capolavoro. Il punto di forza del romanzo sono i protagonisti e i loro punti di vista, che guidano la trama: al tempo stesso, sono proprio le prime 200 pagine del romanzo (in cui i personaggi vengono presentati) ad essere le più mediocri in termini di scrittura. Il punto debole più evidente è la vaghezza del word building: i poteri dei protagonisti non sono classificati con sufficiente chiarezza, e le interazioni tra il nostro mondo e il mondo medeiano sono spiegate approssimativamente. Il romanzo accelera il ritmo nelle sue ultime 200 pagine: tuttavia, in termini di sviluppo della trama, rimane tutto molto vago. Le reali intenzioni dei protagonisti, così come la direzione della trama sono sempre sfuggenti. Il romanzo si conclude (in 30 pagine) con un colpo di scena che (a mio parere) non è un "colpo": non è sconvolgente, ma architettato con astuzia. Il finale inserisce l'intero romanzo all'interno di un "master plan" inaspettato e funzionale a spingere il lettore a leggere il secondo capitolo del romanzo. In questo, il romanzo ha convinto pure me. Darò una chance al sequel, ma con aspettative contenute.

Aspettative molto alte forse un po' deluse, ma comunque piacevole lettura.

A me non è piaciuto per niente. Non sono riuscita ad entrare nella storia, che mi è parsa confusa e noiosa. L'ho finito solo perché non mi piace lasciare le cose a metà.