Melancolia

Quando si legge Mircea Cărtărescu si fa sempre un viaggio, e raramente si resta uguali al momento di partenza. In questo viaggio onirico e surreale Mircea indaga la Melancolia attraverso tre racconti che scandagliano le fasi della vita: l’infanzia, l’età della ragione e l’adolescenza. Attraverso le storie di questi ragazzi-bambini che sono la proiezione stessa dell’autore ci troviamo a riflettere sull’esistenza, sui suoi meccanismi e sulle sue implicazioni. Qual è la causa della malinconia che spesso ci travolge? Attraverso la fantasia, che è la protagonista di tutta la storia Mircea ci tiene per mano per indicarsi la strada e darci delle risposte, che mai hanno il peso dell’oggettività, ma che ogni lettore potrà calare nella propria esperienza e far suo.

In questi racconti c’è tutto l’autore: l’onirico e il metafisico, la solitudine, il doppio e la ricerca di un senso. É un libro che va letto e riletto e ogni volta ci si trova lo spunto per riflettere sul senso dell’esistenza umana anche se talvolta quello che comunica è un sottile senso di angoscia.

Sono innamorata di “Melancolia” di Mircea Cartarescu. La sua prosa raggiunge vette alte anche nella forma breve dei tre racconti che compongono il volume. Le raggiunge ancor più nel prologo e nell’ epilogo che fungono da cornice. Che cos’ è che causa la malinconia con cui spesso conviviamo? Quali sono le sue conseguenze? Questi sono solo due degli interrogativi contenuti in questo testo. La risposta non è la stesse per tutti, perché essa vive nel nostro modo di reagire al cambiamento costante che ci coinvolge nel corso delle nostre vite. Il mutamento incessante è motore di queste storie, offre loro un ritmo sempre differente. Definirle storie “di formazione” è molto riduttivo e semplicistico: le voci narranti di bambini e ragazzi affrontano il rapporto con il corpo, rispondono al distacco, si cimentano nell’ esplorazione di sé e del contesto. Cartarescu è bravissimo nel guidarci, nel coinvolgerci continuamente, nel trasportarci nella mente di ogni personaggio, nel suo contesto, nel tempo. L’ immaginazione può tutto, il corpo filtra tutto, gli occhi registrano tutto: non c’è soluzione di continuità tra passato e presente, dentro e fuori, reale e immaginato, perché tutto è unificato dall’intensità con cui ogni persona esiste.