Z-days. A zombie novel

L'ho letto cercando di prestare una attenzione diversa rispetto al solito, visto che l'ha scritto una persona che conosco. Ma, proprio per questo motivo, ho cercato di non farmi influenzare nel giudizio. Entrando nelle pagine, mi sono ritrovato immediatamente lì, invischiato nella storia, incastrato nelle emozioni. Le parole scorrevano troppo veloci. Rischiando di bruciare il libro, mi sono imposto un freno. Allora ho cominciato a notare meglio i particolari; la narrazione ora in prima ora in terza persona da parte del medesimo personaggio; la disperazione e la tristezza negli ex umani condannati a non vivere umanamente; la crudeltà degli umani nel reprimere i loro ex simili, a volte solo per il gusto di fare del male, di martoriare, di fare soffrire. Ho quasi sperato soccombesse il genere umano, così descritto, per lasciare il posto ad una nuova generazione di "esseri viventi". Ci ho trovato delle similitudini, credo volute, rispetto al mondo che stiamo vivendo, nel quale una buona parte di popolazione è simile agli umani depravati, un'altra buona fetta è ambulante, ed una (forse) minoranza conserva le caratteristiche di intelligenza, saggezza e bontà che dovrebbero contraddistinguere la razza umana. Pagina 163. "chi è senza speranza, è come fosse già morto". Mi sembra proprio questo il messaggio. Speranza, speranza per il mondo per il futuro, speranza per l'umanità che, anche di fronte alla catastrofe da cui sembra non ci si possa salvare, deve comunque provarci, avere fiducia in se stessa. Forse l'autore che lavora con i giovani, intende anche speranza in loro e per loro. Sono contento di avere avuto l'opportunità di leggere il libro, mi è davvero piaciuto. Ci farei un film, si presta veramente bene. L'ho trovato molto diretto, semplice nella scrittura e nello stile, lineare negli sviluppi, con una sua trama originale.