Woody Allen

scheda di Vittozzi, S., L'Indice 1992, n. 1
(scheda pubblicata per l'edizione del 1991)

Per il cinema di Woody Allen non è ancora tempo di bilanci: ogni suo film sembra impostare in modo nuovo il rapporto tra materiali e temi non nuovi, oscilla amabilmente tra realismo e falsificazione subordinando di volta in volta l'uno all'altra, ovvero tenendoli in miracoloso equilibrio, o infine giocando di destrezza fino a confondere i due termini, a sovrapporli. Questo "Castoro" evita, con onestà, di tirare somme definitive, resta aperto sul futuro, mantenendosi sul piano di un'accurata e utile ricognizione di temi e registri ricorrenti: dualismo tra comico e tragico, e tra realtà e fiaba; innesto di elementi della tradizione culturale ebraica nel 'milieu' dell'intellettualità illuminata newyorkese; e ancora presenza ossessiva di autobiografismo e psicoanalisi, gusto per la citazione e la contraffazione, e il talvolta affiorante, curioso, "bergmanismo" delle regie. Rispetto all'unica altra monografia italiana sul regista, quella di Gianalberto Bendazzi (Fabbri, 1987), questo volumetto arriva fino ad "Alice" (1990), lasciando fuori il ruolo da attore protagonista per "Storie di amori e infedeltà" di Paul Mazursky, oltre che la recente, chiacchierata regia degli spot pubblicitari per la Coop.