Volo di notte

Siamo negli anni Trenta, agli albori dei servizi di spedizioni aeree. Fabien è un aviatore postale al lavoro sulla tratta latino-americana del traffico America-Europa. È in volo su un biplano, assieme al radiotelegrafista che aggiorna la compagnia a terra, nella sede, capitanata dal direttore Rivière, sull’evolversi della spedizione. Durante questo volo notturno però le cose si complicano, e l’aereo deve fare i conti con un uragano che gli sbarra la strada. Alcune notazioni sono memorabili: “la notte saliva, simile a un fumo oscuro che colmava le valli”. Nella sede centrale di controllo giungono gli aerei postali dalla Patagonia, Cile e Paraguay, a ritmo continuo, che tornano da Sud, Est e Ovest verso Buenos Aires. Fabien, corriere della Patagonia, in volo, mentre valica la Cordigliera delle Ande, lunga 200 Km, con creste alte 6000 m, deve affrontare un uragano, che si estende su 1000 Km. Il suo carburante si esaurirà entro un’ora e quaranta minuti. Fabien, lassù a mordere le stelle, a solo un’autonomia di carburante di 30 minuti. Da terra Riviére, ispettore capo, che regola la vita dei piloti e distribuisce le loro mansioni, assieme all’ispettore meccanico Robineau, cerca soluzioni appropriate al loro salvataggio e al rientro sicuro. A casa, la moglie di Fabien, preoccupata, chiama in continuazione per aggiornarsi sulla sorte del marito. Il romanzo però resta senza finale: non sapremo se Fabien si salverà e quale sarà la sua sorte, anche se fa presagire una conclusione disastrosa. Il romanzo ha il pregio di una scrittura serrata, ricca di pathos e avvincente. C’è il tema del timore della morte in un disastro aereo, ricorrente in questo romanzo, associato alle angosce delle mogli di questi piloti. Questa potenziale fine tragica è ben nota e accettata da gran parte dei piloti coinvolti.

Saint-Exupéry ha scritto un breve ed intenso romanzo su valori scomparsi ed avvertiti ormai come estranei alla nostra cultura, quasi come personaggi di fiaba: il senso della responsabilità, la disciplina, l’obbedienza, valori che erroneamente sono legati al mondo militare, ma che invece sono elementi essenziali della vita umana, anche se di una vita “straordinaria”, lontana da quella dei “piccoli borghesi” che Riviere incontra per strada. Così Fabien vola di notte incontro alla morte, e Riviere amministra la compagnia con durezza rasentando l’inumanità, mentre su tutta la vicenda aleggia una domanda senza risposta: «benché la vita umana non abbia prezzo, noi operiamo sempre come se qualche cosa sorpassasse in valore la vita umana… Ma cosa?» (p. 79) Questa “cosa” rimane un mistero, e la vita della compagnia continua, continuano i “voli di notte”, mentre il lettore è invitato a ritenere che, dopotutto, ogni vita umana rettamente vissuta (vissuta cioè sulla base di un “mistero”) sia sempre un volo di notte.

Chi conosce Saint-Exupéry lo identifica generalmente con il suo libro poiù noto, cioè " il piccolo principe". In realtà l'autore fu un grande della letteratura in tutte le sue opere, come lo dimostrano i suoi altri libri, come questo "Volo di notte" che risale al 1931 ed è il secondo della sua produzione narrativa. Gli anni passati e l'epoca pioneristica dei voli notturni ci appare adesso come qualcosa di fantastico ed irreale. Tuttavia il testo conserva non solo tutto il suo valore ma anche il suo patos drammatico. Da parte di Saint-Exupéry non c'è solo la straordinaria padronanza delle strutture narrative, tale da trasformare un soggetto in apparenza adatto a un racconto in un romanzo che, malgrado la sua brevità, si articola in una polifonia di personaggi e punti di vista. C'è anche la profondità dello sguardo nello scavare al loro interno. E poi non cessa di affascinare la tesi di fondo contenuta nel testo e colta da Gide per primo: la libertà umana non sta tanto nella scelta, quanto nell'adempiere liberamente la missione che ci è stata assegnata.