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Un romanzo profondo e delicato. Parole scelte con cura. Una narrazione intensa che riesce a emozionare il lettore e a tenerlo incollato alle sue pagine fino alla fine. Raramente faccio recensioni di un romanzo che dovro' presentare, ma questo libro merita di essere letto da molti; moltissimi lettori.
Un racconto coinvolgente, avvincente e piacevolissimo
Gemma, Anita, Letizia e Gioia sono le protagoniste di questo bel romanzo ambientato negli anni della ricostruzione post bellica in Piemonte, snodandosi via via in altri contesti regionali. La moglie di Renzo, Gemma, muore dando alla luce Gioia. L'uomo rimasto solo e sconfortato, ha difficoltà a prendersi cura della figlioletta. In paese, arriva dal Piemonte una giovane vedova, Anita, che si prenderà cura della bambina con tanto affetto e instaurerà con Renzo una relazione che la porterà a rimanere gravida. Nasce Gioia e cominciano le prime crepe nel rapporto con con l'uomo che un giorno, sopraffatto dall'ira, complice l'alcol, commette un atto di violenza nei confronti di quella che oramai è diventata la sua compagna di vita Anita, da donna forte quale dimostra di essere fin dalle prime pagine, torna con Gioia al suo paese, costringendo di fatto la bambina a rompere la sorellanza che si era venuta a creare con Letizia. Quest'ultima ulteriore perdita la vivrà con immenso patimento. Un patto però le unisce: mettersi nei panni dell'altra ogni volta che sentiranno la forza venire meno. Si ritroveranno alla fine della storia?; Scopriranno il motivo per cui sono state così crudelmente divise? Naturalmente il romanzo va letto fino alla fine, ma una cosa è certa: scorrendo queste pagine piene di candore e sguardo cristallino, nonostante la fatica del vivere quotidiano, troverete spunti per grandi riflessioni anche sulla condizione attuale della donna, alla fine non molto dissimile da quella di quei tempi, nonostante siano passati lustri e come se la modernità non avesse fatto capolino. Le rivendicazioni femminili, piuttosto che quelle sui diritti dei lavoratori, punteggiano la narrazione di "Volevo essere te" di Annamaria Tagliaretti che in prima persona è stata vicina ed è vicina all'universo femminile essendo stata Presidente di Filo Rosa Auser per la provincia di Varese. Lo consiglio vivamente.
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